Regionali, dati carinolesi. In Campania la vittima è la democrazia

Avventurarsi nella disamina dei risultati elettorali quando ci si trova di fronte a un dato definitivo non è mai semplice, ancor di meno lo è in considerazione del fatto che a più di 60 ore dalla chiusura dei seggi di queste Elezioni Regionali del 31 maggio ancora non sono disponibili i dati definitivi per problemi in qualche Comune della provincia di Caserta: il comune di Teverola? Tutto farebbe pensare di sì visto che è quello il dato che manca, ma non osiamo addentrarci in un marasma che per prime la Prefettura e la Regione stessa ha difficoltà a sbrogliare.

Limitiamoci dunque ad un’analisi di ciò che conosciamo:dai dati forniti dall’Ufficio Elettorale di Carinola si evince che il presidente Vincenzo De Luca ha riportato 1557 voti, meno dei 1628 di Stefano Caldoro (Caldoro sarà Consigliere a differenza degli altri, in qualità di primo candidato-Presidente sconfitto), dei 414 di Salvatore Vozza, dei 379 di Valeria Ciarambino e, infine, dei soli 11 di Marco Esposito. Il più votato nel Comune è stato Massimo Grimaldi con 932 preferenze, meno delle 1330 della scorsa tornata del 2010, seguito da Giuseppina Di Biasio con 819 voti, e da Igor Prata che di preferenze ne ha ottenute 390.

Uno sguardo all’intero collegio casertano ci permette di capire che il sessano Gennaro Oliviero è stato il più votato a Caserta, relativamente al PD, avendo ottenuto circa 16.000 voti, primo in assoluto Giampiero Zinzi con 19.000 voti, seguito dal collega di partito Stefano Graziano con più di 15.000 voti, mentre Lucia Esposito, con qualche decina in meno, è rimasta fuori dal Consiglio Regionale.

Ci sarebbe molto da dire sull’effettivo valore di una consultazione che elegge il Presidente di una Regione con poco più del 41% dei voti validi, a fronte di un astensionismo monstre dei Campani (ha votato solo il 51,93% degli aventi diritto) e che gode della maggioranza in Consiglio solo grazie al Premio di Maggioranza, o sull’assurdità di una legge che nega l’elezione a candidati come la Esposito del PD che ha riscosso la fiducia di oltre 15.000 persone (gli esempi sarebbero innumerevoli ma ci limitiamo al più clamoroso) mentre accoglie nel consesso regionale l’esponente della lista Centro Democratico , il mondragonese Giovanni Zannini, con circa 2600 preferenze: Zannini sarà senza ombra di dubbio un’ottima persona, ma ha sicuramente usufruito di un cervellotico impianto legislativo. Uno schiaffo alla democrazia, senza dubbio: basti pensare che, conti alla mano, Lucia Esposito da sola ha preso più voti di tutta la lista Centro Democratico di Tabacci.

Ma torniamo a Carinola.

Giuseppina Di Biasio, alla sua prima esperienza elettorale, si è piazzata al quinto posto a livello provinciale della lista PD con oltre 5.500 voti, una brillante prestazione al pari di Igor Prata, neofita anch’egli, quasi  2.900, ma entrambi purtroppo non eletti a differenza di Massimo Grimaldi unico seggio in provincia per la lista Caldoro Presidente con oltre 10.000 voti personali.

In verità il risultato di Prata è quello che, osservando la realtà è quello che ci ha maggiormente colpito: è vero che non è stato eletto, è vero che di voti ne ha ottenuti meno della professionista nocelletese “figlia d’arte”, ma in realtà ci è sembrato la vera sorpresa di queste elezioni. Prata pur essendo il più votato della Regione relativamente al suo schieramento, non è stato eletto solo perché la sua lista non ha superato la soglia di sbarramento del 3 % imposta dalla legge; Prata ha distanziato il secondo, Marco Zarone di Teano, di quasi 2.000 voti: il paragone più immediato che ci viene alla mente è la prima elezione (2005) di Massimo Grimaldi, quando al nocelletese bastarono più o meno 2.000 preferenze per approdare a Palazzo Santa Lucia, ma chiaramente all’epoca non esisteva la soglia di sbarramento.

Ecco la situazione: tutti probabilmente si affretteranno a proclamarsi vincitori come sempre, ma ancora una volta esce consolidata l’impressione che il vero sconfitto sia il popolo, un po’ per la sua indolenza che lo spinge sempre meno a recarsi alle urne, un po’ per le alchimie sempre più elaborate di leggi che purtroppo invitano in modo latente a far sì che la gente deleghi ad altri le sue prerogative decisionali, dando vita ad un vizioso meccanismo menefreghismo popolare-politica politicante che sempre più a fatica ci condurrà fuori dalle sabbie mobili.

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* in foto: Gennaro Oliviero, Massimo Grimaldi, Giuseppina Di Biasio e Igor Prata

 

2 thoughts on “Regionali, dati carinolesi. In Campania la vittima è la democrazia

  1. anonymus

    Un paio di riflessioni.
    Comprendo il rammarico (che Novelio riporta con la sua notoria efficacia e precisione comunicativa) dei sostenitori di Lucia Esposito, a mio avviso uno dei candidati (uso il maschile per indicare l’universalità del riferimento) di maggior spessore che il Pd ha presentato alle elezioni regionali che hanno avuto luogo domenica scorsa.
    Comprendo ma non condivido il principio secondo il quale la mancata elezione della stessa Esposito sia un’ingiustizia dal punto di vista democratico.
    E’ un paradosso, ma non propriamente un’ingiustizia.
    La Legge elettorale prevede che ad ogni candidato presidente possano essere collegate più liste.
    Il risultato elettorale di ogni candidato presidente viene determinato dalla somma dei risultati elettorali relativi ad ogni lista collegata.
    Le liste, ripeto, concorrono tutte insieme al calcolo del risultato del candidato presidente, determinando anche la sua vittoria, come nel caso di De Luca.
    Alle iste collegate vengono poi assegnati seggi proporzionalmente al “peso elettorale” di ognuna di esse ( e non di ognuno dei candidati, e questo mi sembra ragionevole da tutti i punti di vista, altrimenti non sarebbe necessario presentare gruppi politici, simboli e programmi).
    E’ il proporzionale, che molti ritengono sia il sistema più democratico possibile.
    Nella fattispecie delle ultime regionali, il Pd si è scelto un candidato presidente (De Luca) e poi ha chiesto ad una serie di formazioni politiche (alcune per la verità un po’ eterogenee, e uso un eufemismo) di predisporre una propria lista a asostegno dello stesso De Luca.
    Alcune di queste forze o gruppi politici avevano già partecipato alle primarie con propri candidati, altri no e si sono aggiunti anche all’ultimo istante.
    De Luca ha vinto su Caldoro (di appena tre punti percentuali) grazie a tutte le liste collegate, e questo sia De Luca che il PD lo sanno benissimo, tant’è che hanno imbarcato di tutto (dai cosentiniani di Campania in Rete ai demitiani dell’Udc) pur di spuntarla sul governatore uscente.
    Il risultato è che ora il Pd può contare sul Presidente eletto (De Luca) più 15 consiglieri regionali, mente il Centro Democratico di Tabacci e di Giovanni Zannini solo 2. Ciò perchè la lista del Pd ha ottenuto sette volte e mezzo i voti di quella del Centro Democratico (in percentuale 19,49% rispetto al 2,76%).
    Dico al Pd: tu ne hai 15 più il governatore, loro due. Non mi sembra che ti abbiano scippato questi poveretti del Centro Democratico.
    Non capisco, quindi, il motivo per il quale il PD vorrebbe vedersi assegnati ulteriori seggi per una questione di “giustizia democratica”, quando senza Campania Libera, senza Campania in Rete, senza la lista del Partito Socialista (a proposito, al Partito Socialista è stato assegnato un solo seggio, nonostante abbia preso un nono e non un quindicesimo dei voti del PD), senza Udc e senza il proliferare dei relativi candidati (tutti a correre per ottenere preferenze) De Luca non avrebbe vinto, il Pd non avrebbe ottenuto il premio di maggioranza (con assegnazione di seggi in più), e Lucia Esposito sarebbe andata ancora più lontana dall’elezione.
    Forse il Pd voleva usare tali liste e tali forze politiche per vincere senza poi permettere loro di concorrere in proporzione alla ripartizione dei seggi?
    Ingiusta sarebbe invero una legge elettorale che, seguendo la logica proporzionale, non concentisse il diritto di tribuna alle forze politiche, anche piccole, che tuttavia concorrono al risultato finale di una coalizione, determinandone la vittoria elettorale.
    Se tale principio non si condivide,se la logica proporzionale di coalizione non si vuol sposare, ci si può presentare con una sola lista, come ad esempio fece il Pd di Veltroni alle politiche del 2008 e come fa di solito il Movimento 5 Stelle.
    Di tutto questo Lucia Esposito è perfettamente consapevole, e infatti non si lagna per la mancata elezione (come alcuni suoi appassionati sostenitori, giustamente amareggiati) ma si limita a ringraziare i propri elettori per il gran consenso riconosciutole.
    Spero tanto che una persona come Lucia Esposito sia riguadagnata al Consiglio o all’amministrazione Regionale attraverso l’assegnazione degli assessorati e il relativo scorrimento delle caselle.
    (CONTINUA)
    Emiliano

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  2. anonymus

    Seconda riflessione (ne avrei altre ma ve le risparmio)

    Un aspetto vorrei farlo notare:.anche Sel, il mio partito, avrebbe potuto apparentarsi con De Luca e in tal caso Igor sarebbe stato eletto in carrozza.
    Ma Sel non si è venduta (uso forse una parola troppo forte, meglio sarebbe “non ha negoziato valori”) per uno o due seggi in più.
    Sel (insieme ad altre forze di Sinistra) ha presentato una lista di candidati e un candidato alla presidenza autonomi non partecipando al “tutti dentro”, pur conoscendo il forte rischio di non raggiungere la soglia di sbarramento del 3% (che esiste solo per le liste collegate a candidati presidenti che non raggiungono il 10%).
    Sono fiero di Igor, sono fiero di averlo sostenuto (per la mia minuscola parte) insieme a cntinaia di giovani.
    Igor è risultato il candidato più votato in alcune sezioni (come la 5 di Casale). Nell’intera frazione di Casale (chiedo scusa per il ristretto riferimento geografico ma d’altra parte è su casaledicarinola.net che sto commentando) Igor ha superato candidati come Massimo Grimaldi , Giusi Di Biasio e Daniela Nugnes, risultando secondo solo al “mostro” Oliviero (superato poi nel dato complessivo di Carinola).
    A San Donato, Casanova, Carinola Centro Igor ha ottenuto un numero di preferenze assolutamente fuori previsione, trascinando Sinistra al Lavoro a percentuali di lista anche del 20%.
    A Igor sono state assegnate preferenze in almeno ottanta comuni della circoscrizione di Caserta e anche questo è un record che pochi possono vantare e che la dice lunga sul successo della sua candidatura.
    Forse meritavano maggior fortuna Igor e i suoi sostenitori in prevalenza under 25, che hanno condotto una campagna elettorale strepitosa, per contenuti, energia, passione, rentusiasmo, organizzazione.
    Ma ne avranno di fortuna, a breve.

    Mi permetto infine di ringraziare casaledicarinola.net, per lo spazio mediatico e l’attenzione che ha concesso alla lista Sinistra al Lavoro, garantendo la visibilità democratica ad un gruppo che rischiava di essere schiacciato in termini di percezione diffusa.
    Questa sì che è democrazia minima garantita.
    Emiliano

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