Le Quattro Giornate di Napoli … e l’on. Salvini

Riproponiamo quest’articolo di qualche anno fa con una dedica particolare: all’on. Matteo Salvini. L’esponente della Lega Nord in occasione della Festa della Liberazione d’Italia del 25 aprile scorso ebbe l’ardire di affermare che quella Festa era una ricorrenza propria del Nord perché la Resistenza mai si sarebbe potuta realizzare al Sud perché la gente a sud della Padania non ha le p… (vogliamo evitare di usare l’elegante francesismo dell’on. Salvini basti sapere che i messicani quegli attributi li chiamano cojones).

A noi non appartiene lo spirito polemico e divisivo più volte messo in mostra dagli esponenti della Lega però, per amore della verità storica, ci preme di dire che non solo Napoli fu la prima città dell’Italia intera a liberarsi dal giogo nazista, da sola e non perché spalleggiata dagli Alleati che erano sì vicini – essendo sbarcati a Salerno –  ma giunsero a cose ormai fatte, ma fu anche la prima città d’Europa a cacciare i nazisti contribuendo alla caduta del malato sogno di Hitler.

Quindi, caro onorevole Salvini, la verità è un’altra: la Resistenza è stata per forza di cose una gloriosa guerra di liberazione del Nord, cui peraltro molta gente del sud Italia ha comunque contribuito col proprio sangue, ma solo perché il 25 aprile del 1943 il Sud era già libero da oltre un anno.

 

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Tra il 28 settembre e il 1° ottobre del 1943 la città di Napoli, prima tra le grandi città europee, si ribellò al pugno di ferro nazista e si rese protagonista dell’eroico episodio storico che in seguito le valse il riconoscimento della Medaglia d’oro al valor militare assegnata in memoria delle centinaia di vittime, anche e soprattutto civili. Ancora un 70° anniversario, quindi, ancora dei sacrifici da ricordare nel novero di quell’immensa ecatombe che fu la II Guerra Mondiale.

Affamata e stremata da anni di combattimenti e ulteriormente provata dalle ultime due settimane di feroce applicazione del coprifuoco imposto dal colonnello nazista Scholl, autoproclamatosi capo della città all’indomani dell’armistizio che aveva fatto pensare ad un rapida conclusione della Guerra, del resto il 9 settembre gli Alleati erano sbarcati a Salerno e al momento si trovavano a Sorrento, bastava una scintilla per far esplodere i nervi a fior di pelle dei napoletani.

E la scintilla arrivò, e fu l’ennesima vessazione che il popolo partenopeo dovette subire, al pari di tutti coloro che furono costretti a patire le angherie dei nazisti.

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