Ridimensionamento del Senato: ma era proprio necessario?

Con l’approvazione da parte del Senato della Repubblica del DDL di riforma costituzionale firmato dal ministro delle Riforme Maria Elena Boschi e fortemente voluto dal governo di Matteo Renzi, si sta per metter fine al bicameralismo perfetto e quindi alla cosiddetta navette, il classico andirivieni tra le due Camere per l’approvazione di ogni Legge dello Stato (il procedimento sarà definitivamente completato tra gennaio e maggio 2016 e il sarà poi sottoposto ai cittadini nel referendum nell’ottobre successivo).

Velocizzare di gran lunga la capacità decisionale dell’Esecutivo sembrerebbe un’ottima cosa, del resto il Presidente del Consiglio non perde occasione di ripetere che «L’Italia può essere meglio della Germania. Basta col piagnisteo, facciamo le riforme con un grande abbraccio ai gufi e ai loro derivati», però fatto sta che gran parte delle opposizioni non hanno partecipato al voto e nella stessa Maggioranza è risultato difficile convincere i riottosi (Bersani & C.) ad appoggiare le scelte del Governo. Perché mai?

Non certo per ciò che dice la Lega Nord che paventa un ritorno alla Dittatura, dopo che con Roberto Calderoli ha firmato il cosiddetto “Porcellum” quando governava coi compagni di merenda di Forza Italia e che continua a lamentarsi dei guai attuali dopo che non ha fatto nulla per risolverli anzi ci ha messo del suo per aggravarli (vedi la questione immigrati, e soprattutto la questione corruzione che fa ancora più specie se si pensa che più volte costoro si sono presentati con le ramazze dicendo di voler far pulizia in Politica). Francamente non si capisce perché siedano ancora in Parlamento dopo aver sputato varie volte su Roma ladrona e soprattutto sull’Unità d’Italia.

Non certo per ciò che dicono gli ascari di Silvio Berlusconi, pardon gli esponenti di Forza Italia, che prima di stracciarsi le vesti per quella che definiscono “una riforma antidemocratica” dovrebbero spiegare perché l’avevano votata così com’è all’indomani del “Patto del Nazareno” e poi improvvisamente, una volta rotto quell’accordo a causa della rottura del più classico dei do ut des, si sono resi conto della scarsa democraticità di quell’impianto costituzionale.

Come sempre facciamo noi guardiamo ai fatti, e i fatti dicono che questo Senato cui si vuole dar vita, è vero che non darà più la fiducia al Governo, è vero che i componenti non percepiranno più alcun emolumento, ma rischia di diventare il Refugium Pecatorum di corrotti e indagati visto che siccome sarà formato quasi totalmente da Sindaci e Consiglieri Regionali potrà trasformarsi con lo scudo dell’immunità parlamentare in un incentivo a delinquere per coloro che già adesso non sono certo immacolati come gigli. Un esempio? L’ultimo scandalo sulla sanità nella regione Lombardia: il cui principale indiziato, Mario Mantovani, probabilmente siederebbe in Senato essendo uno degli esponenti più in vista di Forza Italia e numero due della Regione, e di conseguenza ogni indagine su di lui sarebbe stata oltremodo difficile.

Ancora: è vero che il loro parere non sarà più vincolante per la formazione di una legge, ma la riforma attribuisce ai nuovi Senatori la facoltà di avocare a sé ogni testo di legge approvato dalla Camera dei Deputati e fermarla al Senato per ben 40 giorni, rallentando così ancor di più ogni presunta accelerazione governativa.

Il motivo vero però risiede nel fatto che il “bicameralismo perfetto” non è il male peggiore dell’Italia, e i recentissimi fatti stanno a dimostrarlo: ieri è stato approvato in via definitiva il DDL Boccadutri, che sblocca i finanziamenti ai partiti per gli anni 2013 – 2014, il provvedimento è stato approvato in sole due ore (due!) dopo esser stato licenziato dalla Camera il 9 settembre.

Non che non riteniamo il finanziamento pubblico il male assoluto, anzi è forse l’unico deterrente alla dilagante corruzione che ci sta strangolando, anche se sarebbe da limitare drasticamente per ridurre all’osso ogni spreco anzi per eliminarlo del tutto, ma ancora una volta fa specie notare che solo i soldi, che notoriamente sono il collante migliore, più forte di ogni ideologia, riescono nel miracolo di velocizzare il farraginoso iter legislativo tuttora previsto: chissà cosa ne dice “il toscano” che continua a dire, come se presentasse una telepromozione, che l’Italia sta cambiando!?!

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