Casanova di Carinola: confraternita sotto inchiesta

La Curia Vescovile della Diocesi di Sessa Aurunca ha deciso di vederci chiaro nei mancati “contributi” che per statuto sarebbero dovuti giungere dalla Confraternita della Madonna delle Grazie di Casanova. Per far luce su tale ammanco, che ammonterebbe a circa circa 100 mila euro, la Diocesi starebbe valutando le posizioni dei vari amministratori e del Priore della Confraternita stessa.

La mancanza di queste somme di danaro sarebbe venuta alla luce a seguito dell’insediamento del nuovo segretario che avrebbe evidenziato l’assenza, totale o parziale, dei proventi derivanti dalla vendita di loculi anche a privati di Falciano del Massico.

Un vero e proprio scandalo quindi che ha investito la Confraternita della Madonna delle Grazie di Casanova, che nel frattempo è stata “commissariata” dalla Curia Vescovile.

 

 

2 thoughts on “Casanova di Carinola: confraternita sotto inchiesta

  1. Anonymous

    Purtroppo negli ultimi anni è stata una competizione a ricoprire incarichi nelle Confraternite dimenticando però i veri valori sociali a cui si veniva chiamati a ricoprire tali compiti:

    I motivi per i quali sorsero e si affermarono le confraternite furono molteplici ed in buona sostanza simili a quelli che determinarono la fondazione dei monti di pietà. L’assoluta mancanza nel corso del Medio Evo di qualsiasi forma di assistenza pubblica e delle più elementari garanzie specialmente per la parte più disagiata delle collettività, in gran parte perdurata fino a tempi abbastanza recenti, ed al tempo stesso il bisogno di ben operare per amore e timore di Dio, furono le principali motivazioni che indussero i cristiani ad associarsi per aiutarsi reciprocamente.

    Tra le diverse aggregazioni di laici sorte in quell’incerto periodo storico, a parte quelle eminentemente religiose ispirate al movimento dei mendicanti del Terzo Ordine francescano, vi furono le corporazioni delle arti e mestieri, di ispirazione più segnatamente laica, le fratellanze e le confraternite, anch’esse orientate inizialmente come organizzazioni di categoria, le quali si occuparono in particolare del benessere materiale degli appartenenti e contemporaneamente della loro salvezza spirituale. Fu così possibile attuare l’assistenza mutua tra i congregati nella spiritualità e nelle necessità materiali, assistersi nei casi di difficoltà economiche, nelle infermità, nella difesa dai soprusi della legge, dalle prevaricazioni e dalle persecuzioni.

    Le confraternite si assunsero inoltre numerosi altri compiti sociali quali l’assistenza ai poveri, agli orfani, agli ammalati, agli incurabili, ai carcerati, ai condannati a morte, alle giovani a rischio, si prodigarono per il recupero delle persone deviate e delle prostitute pentite, si impegnarono nel riscatto dei cristiani caduti schiavi dei saraceni. Di grande valore umanitario fu poi l’assistenza agli ammalati contagiosi e la pietosa opera di sepoltura dei morti abbandonati, degli assassinati, dei poveri, delle vittime nelle epidemie, degli stranieri, degli sconosciuti, vero grande problema di quegli oscuri e tumultuosi tempi al quale le confraternite diedero sempre adeguate risposte. Per l’adempimento di quelle pietose opere di notevole contenuto cristiano, morale e civile, ma ancora per testimoniare fede, umiltà, carità e penitenza, fu necessario indossare un saio e non mostrarsi pubblicamente, nascondere la propria identità, negare il proprio volto coprendolo con un cappuccio, annullando in tal modo completamente la propria personalità, da cui la tradizione tuttora in uso in molte congregazioni.

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