“La cresta a coltello” di Domenico Anfora

Nuova pubblicazione editoriale di Domenico Anfora, nato a Catania il 24 aprile 1967, ma di conclamate origini casalesi, laureato in Scienze dell’Amministrazione e 1° Maresciallo dell’A.M.  La cresta a coltello – 10-15 luglio 1943: Vizzini nella bufera (2007), è solo una delle sue numerose pubblicazioni che sono prevalentemente di argomento storico: sulla base di documenti militari italiani, tedeschi, britannici e americani, arricchito da numerose testimonianze e foto, l’autore descrive con uno stile di romanzo-diario un quadro completo degli avvenimenti bellici a Vizzini e dintorni dal 10 al 15 luglio 1943, nella Sicilia martoriata dalla guerra.

Altre sue opere sono:

Uomini e storie del Deposito Munizioni di Vizzini, Tip. Scuderi di Carlentini, 2008;

Ignis in Corde – La battaglia degli Iblei 10-16 luglio 1943, CDB Ragusa 2010;

…e un Millepiedi cadde dal cielo – 23 ottobre 1941 l’incidente aereo di Licodia Eubea, Ass. “Lamba Doria”, Siracusa 2011;

Pianto Romano – Calatafimi: la battaglia che fece l’Italia, Di Pasquale Ed., Caltagirone 2012;

Obiettivo Biscari 9-14 luglio 1943: dal Ponte Dirillo all’aeroporto 504, Mursia, Milano 2013.

Da “La cresta a coltello – Vizzini nella bufera 10-15 luglio 1943″

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Il paese è già sveglio e i contadini sono a trebbiare da un paio d’ore le spighe affastellate in covoni nei campi arsi dal sole e investiti da un vento caldo. Improvvisamente, alle 8 circa, si sentono suonare insistentemente e a più riprese le campane della Chiesa Madre: è il segnale dello stato d’emergenza.

«Dicerie d’ogni genere corrono sulla bocca di tutti; stamattina ho sentito dire che gli inglesi sono riusciti a sbarcare nella parte sud est della Sicilia. Questa notizia, in verità, non posso crederla. La stampa, la radio, gli ultimi consolanti risultati della nostra aviazione, hanno contribuito a formare, non solo in me, ma anche in coloro che in affari di politica sembrano alquanto esperti, una convinzione che nella nostra isola il nemico non può posare il suo piede».

Un colpo ha perforato la gola del tenente e un gorgoglio annuncia l’uscita di schiuma scarlatta dallo squarcio. Si dimena inutilmente il valoroso ufficiale, mentre è soccorso dai suoi soldati e da un infermiere tedesco.

Sono passati oltre trent’anni dalla battaglia di Vizzini e il colonnello Campbell Adamson. all’epoca comandante della compagnia “C” del 5° Black Watch. sta tornando in quel bigio e arido paese dell’interno della Sicilia, le cui strade sono state bagnate anche dal suo sangue. Giunto in vista del centro abitato, adagiato sulle colline del Castello e della Maddalena, osserva la rocca che in quella calda estate del ’43 fu difficile da togliere ai tedeschi, e riflette: «Vizzini si dimostrò una noce alquanto dura da rompere e fu il primo assaggio di combattimento casa per casa, nel quale il battaglione divenne esperto nella parte finale del conflitto».

 

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