L’Arcobaleno degli antichi giorni

1968… formidabile quell’anno! A dire il vero sarebbe più corretto parlare di «quegli anni», anni della contestazione studentesca, anni che probabilmente si inseriscono nell’onda delle grandi “Rivoluzioni culturali” che, a partire da quelle “Industriali” del XVII secolo passano da quella “Francese” del 1789, per giungere alle più “recenti” delle “Suffragette” o a quella “Maoista”, grande impulso hanno regalato all’umano sentire. Certo non tutti i semi gettati da quegli anni godono di unanime approvazione, ma di una cosa si può essere sicuri: comunque la si veda quegli anni sono stati testimoni di una grande vivacità do pensiero, di un sussulto che ha attraversato la nostra società a livello planetario! Forse per l’ultima volta finora!

E Casale, nel suo piccolo, c’era, grazie ad un gruppo di baldi giovani che forse «non sapevano che stavano facendo la storia», ma che sicuramente hanno contribuito a scrivere la microstoria del nostro paese e, perché no, del nostro Comune, perché anche se per stessa ammissione di uno dei protagonisti, non si trattò di un tentativo vincente, ha dimostrato al contrario che il solo “tentare”, non significherà proprio vincere, ma comprova che una certa mentalità si può cercare di cambiarla: e non solo in politica!

Già altre volte casaledicarinola.net ha raccontato del fermento culturale che un tempo attraversava la nostra Casale, la rievocazione del giornale DUX degli anni ’30 ne è solo un esempio, con la speranza, nemmeno poi tanto recondita, di rivivere quegli anni, e in questo senso, sì lo ammettiamo, siamo un po’ nostalgici: ma il nostro impegno sarebbe inutile, sterile se non fosse supportato dalla passione dell’amico che ci racconta una storia quasi dimenticata nei meandri della memoria, o che ci metta a i disposizione fogli sepolti in cantina, o, come in questo caso, grazie al vero e proprio recupero archeologico, con tanto di certosino restauro, di chi come Nicola Aurilio, è stato testimone di un passato non tanto remoto, che non vuol far cadere nel dimenticatoio. È alle sue parole che lasciamo spazio, e alla rilassante lettura delle annate dell’Arcobaleno specchio non deformante della nostra società di cinquant’anni fa.

 

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Il mensile L'Arcobaleno
Il mensile L’Arcobaleno

Eravamo giovani, molto giovani e molto ingenui, in quel lontano 1968 quando, sotto l’impulso di Michele Lepore e del mai compianto abbastanza Gaetano Ruosi, ci associammo fondando un circolo culturale, al quale demmo il nome beneaugurante de “L’Arcobaleno”. Affidammo la nostra incerta voce a un periodico mensile che prese lo stesso titolo. Con entusiasmo e totale inesperienza lo portammo avanti tra, inenarrabili difficoltà, fino al 1970. Difficoltà dovute alla penuria di spiccioli nelle nostre tasche, eppure ognuno metteva a disposizione quel poco che aveva per comprare carta, inchiostro, matrici, pagare il fitto del locale. Non avevamo sponsor, non ne volemmo per essere liberi. Lottammo, con forze ovviamente impari, contro il potere politico che, come ogni potere, avversava in tutti i modi, ricorrendo anche a colpi bassi, un pensiero che voleva essere libero e autonomo. Ci ribellammo alle nostre famiglie, assuefatte ad ubbidire ai “potenti” del tempo, di qualsiasi colore politico, lottammo contro gli innumerevoli benpensanti che ci volevano proni ai “ signori” che tutto decidevano e, in certi casi, addirittura imponevano alla povera gente. Non vincemmo, ma gettammo un seme che germogliò nei nostri cuori e nel pensare del paese. Non produssero frutti quei semi, ma qualche fiore sì. Anche oggi, ormai stanchi e carichi di anni, frustrati e avviliti dalle nerbate della vita, siamo fieri di quella bella gioventù. Non siamo riusciti a passare il testimone, dobbiamo ammetterlo, così come avremmo voluto, ma qualche labile traccia l’abbiamo lasciata. E poi possiamo dire di aver vissuto.

Dicevamo, era il mitico ’68, ne avvertivamo vagamente i fermenti, ma non sapevamo che, anche nel nostro piccolo paese, stavamo “facendo la storia”. Una storia che, pur tra devianze e storture, ha cambiato il mondo. Ad una certa età si è incline a sfogliare l’album dei ricordi, e allora ci è venuto in mente di dare un’occhiata a quei fogli ormai sbiaditi, macchiati dall’umidità e il trascorrere degli anni, con l’intento inconscio di riassaporare qualche briciola della remota gioventù. Scritti spesso puerili; poesie acerbe e retoriche, come tutti scriviamo durante l’adolescenza; dettati non sempre impeccabili sotto l’aspetto grammaticale e argomentativo, ma – almeno per noi – ancora freschi e toccanti. Testimonianze di un tempo quando ancora credevamo di poter cambiare il mondo o, almeno, di conquistarne uno migliore, come ogni giovane, di ogni epoca, crede. Forse siamo riusciti solo a non farci cambiare troppo dal mondo, ed è già un magnifico risultato…

Affidarne una copia al web, unico supporto che può resistere al tempo, ci è sembrato doveroso verso quei fogli ammuffiti che hanno fatto parte di un’altra età, splendente di gioventù, irripetibile come è sempre il passato. Lo consegniamo ai lettori. Quelli che quei giorni li hanno vissuti, con noi o estranei a noi e, soprattutto, alle nuove generazioni, quei ragazzi dei quali chiediamo di chi sono figli o nipoti per inquadrarli nei nostri ricordi. Siano indulgenti e ci facciano il grande dono di leggerle quelle incerte testimonianze con un briciolo di affetto: sono state scritte in altri tempi, per altre problematiche, sotto l’imperare di altri costumi. Sono scritte da coloro che furono giovani come lo sono loro oggi.

Nicola Aurilio

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2 thoughts on “L’Arcobaleno degli antichi giorni

  1. Anonymous

    Grazie, veramente un grande e meritorio lavoro il recupero di pezzi della nostra storia. Non è ovviamente solo archeologia culturale, ma anche credo la voglia di rileggere l’espressione di un fermento che poi è scemato nel tempo, sopraffatto da un ‘progresso’ che forse non è poi sempre tale. Ci sarebbe anche oggi un forte bisogno di ri-affrontare certe tematiche e ri-discutere cose che oggi, colpevolmente, si danno per assodate. Di nuovo grazie a Nicola e a casaledicarinola.net.
    Antonio Cerbarano

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  2. Anonymous

    Sebbene fossi informato di questa rinascita de L’Arcobaleno su Internet la visione di questi scritti mi ha emozionato fortemente. Tanto che,per ora, non riesco ad aggiungere altro all’impeccabie scritto di Nicola.So che prima o poi riterrò necessario un mio commento che spieghi come e perché nacque quel Circolo,quali sensibilità e rabbie e fame e sete culturali quali esigenze spirituali ci spinsero.

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