Premio Giornalistico Matilde Serao 2017: Fiorenza Sarzanini passione e competenza

In un Salone di Palazzo Petrucci/Novelli “vestito” a festa come, anzi probabilmente meglio delle altre occasioni, è stato consegnato ieri pomeriggio il Premio Giornalistico Matilde Serao 2017 a Fiorenza Sarzanini giornalista, o meglio cronista come lei stessa ama definirsi, del Corriere della Sera, lo storico quotidiano milanese di via Solferino. Sintetizzare al meglio una cerimonia durata quasi due ore, ricca di personaggi e aneddoti, ma soprattutto ricchissima di giornalismo e cultura non è certo impresa facile.

Innanzitutto cominciamo con una bella notizia per la cultura carinolese, è così raro farlo che non ce ne faremo sfuggire l’occasione: l’assessore alla Cultura del comune di Carinola Rosa Di Maio che qui rappresentava l’intera Amministrazione visto che il sindaco Antonio Russo è stato costretto a disertare la serata per un’indisposizione mattutina, ha annunciato che è stato avviato l’iter per l’acquisizione di casa Serao a Ventaroli!

Un momento non era lo stesso annuncio fatto un anno fa per bocca del Sindaco stesso?

Anche noi ce lo siamo chiesto e più tardi, durante il ricco e gustoso buffet offerto dall’Associazione Serao, tra uno Spumone e un Prosecco, le abbiamo chiesto dove fosse la differenza con quanto già affermato lo scorso anno: «In realtà quella fatta l’anno scorso era solo una dichiarazione d’intenti di un’Amministrazione insediatasi appena venti giorni prima: oggi invece sono in grado di affermare che abbiano presentato un progetto presso la Regione Campania che mira ad ottenere un finanziamento per il Recupero dei Borghi Antichi, nella fattispecie Ventaroli e San Ruosi, nell’ambito dei cosiddetti Fondi di Rotazione». Bella notizia vero? Ebbene diverrà bellissima solo quando il progetto sarà finanziato e il Museo Serao sarà una realtà, per adesso complimenti all’Amministrazione: meglio tardi che mai!

Altra bella notizia, ma questa è solo una notazione di carattere personale: c’era quasi tutto il Consiglio Comunale e questo non può che far piacere. Abbiamo detto dell’improvviso malessere del Sindaco, ma abbiamo apprezzato la presenza, oltre a Rosa Di Maio, di Antonella Migliozzi, la Presidente del Consiglio ha anche preso la parola in rappresentanza dell’Assise Carinolese più rosa di sempre, Pina Capriglione, Antimo Marrese, Franco Giacca, Francesco Di Biasio, Maria Sorvillo, Giusy TuozziRenato Luigi De Spirito, ma forse gli altri erano semplicemente confusi tra la folla e non li abbiamo notati.

Interventi brevi, anzi spesso brevissimi e solo di saluto per non rubare spazio al clou della serata con l’intervista di Alessandro Barbano, direttore del Mattino, alla vincitrice: presentati da Lidia Luberto e Antonio Corribolo in quell’alternanza che ha fatto sempre bene al Premio Serao, non possiamo però non citare le appassionate parole dell’Assessore alla Cultura del comune di Caserta Daniela Borrelli che in pochissimi minuti ha sottolineato quanto sia importante trasmettere i pensieri di Matilde Serao ai giovani, e detto da un’altra giovane assume ancora più valore;

di Titta Fiore, responsabile della sezione Cultura e Spettacoli de Il Mattino e premiata a Carinola nel 2013 , di cui abbiamo apprezzato il fatto che non gradisce fare differenze di genere tra “giornalisti uomini” e “giornaliste donne” viste che sono accomunati dalla medesima passione per lo scrivere;

della dottoressa Vittoria Ciaramella, già Commissario Prefettizio a Carinola e legatissima a quel Premio del cui recupero si rese protagonista nel 2011 dietro l’impulso di chiacchierate estive con Lidia Luberto a Antonio Corribolo;

di Donatella Trotta, massima biografa vivente di Matilde Serao ed anch’essa premiata a Carinola nel 2007, che ha evidenziato l’importanza di questo Premio dedicato alla madre del giornalismo contemporaneo, anzi alla «Mater matuta del giornalismo moderno» come ella stessa ha scritto nell’articolo di presentazione del Premio di due giorni fa su Il Mattino;

di Silvana Sciaudone, Presidente dell’Associazione Serao, che molto correttamente ha lasciato spazio agli altri;

di Nino Daniele, assessore alla Cultura del comune di Napoli arrivato in ritardo, che ha ricordato l’importanza anche per i politici di leggere Matilde Serao e segnatamente il suo “Il Ventre di Napoli” la cui conoscenza tanti mali avrebbe evitato alla all’urbanizzazione napoletana quando è stata progettata la “167”, tristemente famosa come le “Vele di Scampia”.

Barbano-Sarzanini
Barbano-Sarzanini

Eccoci dunque all’intervista alla vincitrice Fiorenza Sarzanini, una giornalista che «merita questo Premio perché scrive e racconta con un fortissimo ancoraggio al dolore umano, e il giornalismo di qualità si fa col cuore e col cervello» usando le parole di Alessandro Barbano (che sarà oggetto di una formale richiesta di cittadinanza onoraria al comune di Carinola da parte dell’Associazione Serao come in precedenza aveva detto Antonio Corribolo in uno dei suoi mini-interventi per l’attaccamento che il direttore de Il Mattino dimostra verso il Premio) il quale ha pure dato appuntamento per il 31 maggio a Napoli per il Premio Letterario omonimo che alla presenza del ministro Dario Franceschini sarà consegnato ad Antonia Arslan votata dall’intera redazione del giornale e dagli eminenti editorialisti che costituiscono quasi tutta la creme dell’intellighenzia culturale italiana. Fiorenza Sarzanini, figlia d’arte di papà Mario caposervizio per la Cronaca Giudiziaria all’ANSA, preferisce evitare di comparire spesso in TV per non relazionarsi con personaggi pubblici su cui per obblighi professionali spesso deve scrivere, non lo fa perché si immedesima nei loro sentimenti e asi rende conto che i suoi articoli potrebbero anche provocare qualche turbamento: insomma massimo rispetto per tutti ma sconti per nessuno.

Dopo aver ripercorso i primi passi di una brillante carriera iniziata concretamente al quotidiano Brescia oggi ma effettivamente decollata con la cronaca del Messaggero, e alcuni casi che ha professionalmente raccontato, i casi del G8 di Genova, delle cene di Berlusconi, e delitti purtroppo famosi come l’omicidio di Meredith Kercher a Perugia o della tredicenne Yara Gambirasio a Brembate di Sopra, non poteva mancare uno sguardo critico all’attualità con il caso delle ONG, le Organizzazioni Non Governative che soccorrono i profughi stazionando con le proprie imbarcazioni a poco oltre le acque territoriali libiche, anzi spesso all’interno di quello stesso confine facendo il gioco degli scafisti stessi che approfittano di questo stato di cose, ma anche alle spesso avventate dichiarazioni di qualche magistrato, come quello catanese Carmelo Zuccaro, che spesso peccano di presenzialismo eccessivo e che dovrebbero tacere più frequentemente specie in assenza di elementi probanti.

La dedica alla mamma presente in sala e la consegna del Premio consistente in un trofeo opera dell’artista napoletano Lello Esposito chiudono questa splendida serata. Volevamo armarci di sintesi, ma temiamo che purtroppo non ci siamo riusciti!


 

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