Santuario Maria Ss. delle Grazie: la datazione, e non solo, dell’affresco più antico

La Cappella di Santa Maria, da poco Santuario, racchiude in sé innumerevoli misteri. Le poche fonti storiche ed orali non riescono a dare un quadro preciso della situazione rispetto all’epoca della sua costruzione e della stessa apparizione della Vergine. Cominciamo lentamente ad esaminarle. Per far luce su questi misteri bisogna partire da molto lontano.

Tutta la zona del casertano, già nel XVIII secolo, era ricca di moltissime chiese\cappelle dedicate alla Madonna e la devozione mariana era fortissima. Prendendo in esame il nostro piccolo Comune sono presenti numerosi templi: a Carinola, Casanova, Nocelleto… tutti legati, chi più chi meno, al culto della Vergine. Anche a Casale vi è testimonianza di fede mariana con la cappella di S. Maria.

Madonna in trono tra i santi Sebastiano e Rocco
Madonna in trono tra i santi Sebastiano e Rocco

La tradizione storica ci tramanda che il vero nome della cappella è certamente quello di S. Maria a Pisciarello (come scrive padre Serafino Montorio nella sua opera Lo Zodiaco di Maria del 1715: Stella XXI, pag. 123-126, estratta dalla relazione manoscritta del vescovo di Carinola monsignor Antonio Della Marra del 4 luglio 1711 e riportata dal prof. Ferdinando Maina nel suo libro Casale e la storia dell’apparizione della Madonna a pag. 69), antica denominazione dovuta alla presenza di numerose fonti d’acqua. Secondo quanto raccolse il Prof. Maina, la costruzione della Cappella risalirebbe al 1697-1702, quando il vescovo di Carinola era mons. Paolo Airola (1664-1702) e parroci l’abate De Colacicco, sino al 1674 e, successivamente, don Nicola Pergameno, dal 1675 al 1700 (pag. 70-71 della sua opera). Ma al Prof. Maina mancò una più precisa documentazione per stabilire una data più certa dell’erezione della Cappella di S. Maria. Come scriveva il prof. Leonardo Fiore – padre passionista – (Storia del Santuario di Maria SS. ma delle Grazie in Casale di Carinola, pag. 15): «il Santuario di Maria SS.ma delle Grazie in Casale di Carinola per lo più non è posteriore al 1500». Il Fiore, infatti, fece esaminare dal prof. Riccardo Pacini, sopraintendente delle Belle Arti negli anni ’70 il quadro della Madonna e l’arco di tufo dell’altare. In seguito all’analisi svolta, il Professore non esitò a sostenere che l’icona in tufo della Madonna risale al 1300 e l’arco alla  seconda metà del ‘400, secondo una deduzione di tipo stilistico e pittorico (pag. 15). Difatti, come afferma il Fiore: «In una cappella laterale dell’antico santuario, fu rinvenuto un affresco datato 1524».

Ed ora concentreremo la nostra attenzione proprio su questa data

Il Fiore fu ambiguo nel rivelare la presente data e tanto meno non dichiarò il luogo esatto in cui si trovasse perdendone cosi la cognizione; molte volte mi sono recato presso la Cappella per trovare qualche indizio ma sempre con esiti negativi. Da parecchi questa data è stata forse presa “sotto gamba”, non attribuendole la giusta importanza nemmeno dopo le citazioni del prof. Fiore e del prof. Gaetano Ruosi, come riportato nel libro La Parrocchia: luogo di fede luogo di storia, a cura di aa.vv. – per Casale di Carinola Novelio Santoro e Mario Andolfi – anno 2013,  non è stata più individuata e resa ben visibile a tutti. Per questo motivo si è considerata, come ipotesi principale quella del prof. Maina che fa risalire l’evento della costruzione della Cappella di S. Maria tra il 1697-1702 (come sopra citato).

Discutendo parecchie volte sulla questione con il prof. Arturo Izzo eravamo dell’idea che questa data fosse stata erosa dal tempo o peggior cosa andata ormai distrutta. Da qualche tempo a questa parte la discussione si era accesa di nuovo dopo aver letto il suo interessantissimo articolo circa la Cappella di S. Maria Altra ipotesi sulla datazione, pubblicato sul sito casaledicarinola.net. A fronte di ciò, per l’ennesima volta, mi sono recato presso il nostro Santuario per osservare, con maggior attenzione, la serie di affreschi presenti nella speranza di trovare qualche indizio. Come proponeva anche il prof. Izzo dunque, bisognava concentrare l’attenzione sull’affresco, ritraente la Vergine in trono tra i Santi Rocco e Sebastiano ubicato nella parte destra della Cappella prima dell’abside, la qual cosa sembrava la più probabile anche perché risulta essere di impianto stilistico e pittorico tipico del periodo rinascimentale. È qui infatti che nel pomeriggio del 1 agosto di quest’anno, nella parte inferiore di questo affresco, dove è dipinto un fascione a carattere decorativo floreale, proprio al centro di quest’ultimo, i miei occhi notano un qualcosa di strano; quasi come disegni cancellati dall’usura del tempo. Osservando più attentamente noto che questi segni sono delle piccole lettere sbiadite e che presentano, solo in qualche raro tratto, alcuni pigmenti del loro colore originale. Non credo ai miei occhi! Riguardo di nuovo e comincio a decifrarne alcune, fino a che mi rendo conto che è una vera e propria iscrizione, racchiusa in una cornice a mo’ di cartiglio, così riportata, secondo la mia interpretazione:

Lettere sotto l'affresco
Lettere sotto l’affresco
Foto iscrizione completa, al naturale
Foto iscrizione completa, al naturale
Foto iscrizione completa, con luminosità accentuata
Foto iscrizione completa, con luminosità accentuata
Foto iscrizione, particolare in negativo
Foto iscrizione, particolare in negativo
Foto iscrizione, particolare con luminosità accentuata
Foto iscrizione, particolare con luminosità accentuata
Foto iscrizione, particolare al naturale con luminosità accentuata
Foto iscrizione, particolare al naturale con luminosità accentuata
Foto iscrizione, particolare in negativo
Foto iscrizione, particolare in negativo

In quel preciso istante mi risalta subito l’iscrizione “P·F·I  COPO” e dopo la data, più in basso in lettere romane “MCCCCCXXIIII”. All’istante comprendo che si tratta, a quel punto, della famosa data 1524  menzionata da padre Fiore e dal prof. Ruosi e di altre tre nuove iscrizioni che né il Maina né il Fiore citano nei rispettivi testi; e anche nella relazione svolta dal dott. Umberto Chianese (storico dell’arte) del 1993, in occasione del restauro degli affreschi della Cappella, non viene fatta nessuna citazione al riguardo. Analizzando queste iscrizioni la mia attenzione si è posata subito sulla data dell’affresco, che personalmente credevo fosse in cifre arabe (1524) e non in lettere romane, ma anche questa data, secondo i canoni andrebbe scritta: “MDXXIV”. Personalmente suppongo che l’autore dell’affresco influenzato in quel periodo dalla lingua “Volgare” abbia riportato la data in questo modo. Ciò non toglie nulla però alla sua originalità ed importanza, perché risulta essere l’unico elemento certo, dal punto di vista storico, che testimonia la costruzione della Cappella di S. Maria in Casale di Carinola.

Alla fine di questa data troviamo scarsamente visibili tre o quattro linee verticali che potrebbero ingannare la vista di chi osserva e travisare la data in 1527\1528 che cambierebbe la cosa di tre o quattro anni (vedi foto). A mio parere suppongo che queste risultino essere delle abrasioni dell’intonaco dell’affresco e ritengo molto più attendibile, quasi sicura, la prima interpretazione 1524; anche perché il Fiore circa 50 anni fa, ci parla di questa che certamente allora era molto più visibile rispetto ad oggi ma nel dubbio sarebbe opportuno consultare in merito un esperto. Prendendo in esame la prima iscrizione: “P·F·I  COPO” ho cercato di dare, per quanto mi sia possibile, una mia interpretazione. La lettera “P” potrebbe stare per “pinxit” cioè “dipinse”, la lettera “F” per l’iniziale del nome\cognome dell’autore e “I  COPO” corrisponderebbe al nome\cognome dell’autore. Ricostruito potrebbe suonare così: “IACOPO”. A tal proposito sono ancora alla ricerca di qualche indizio che possa provare l’esistenza del presunto “IACOPO” come l’autore che ha dipinto in quell’epoca nel carinolese o nel circondario; bisognerebbe quindi andare alla ricerca di affreschi simili (come quelli presenti nella chiesa dell’Annunziata a Carinola) e trovare questa dicitura o una simile. Le altre due iscrizioni “PT   CQP” e “F   CÆM” sono a mio parere difficili da interpretare. Una potrebbe risultare come il nome di chi abbia commissionato l’opera? E… l’altra? Sarebbe bello e affascinante ricomporre l’intera iscrizione e perciò lancio l’idea, a chi di competenza, di farla restaurare per renderla più visibile agli occhi di tutti e sottoporla a persone esperte in questo campo per decifrarla. A questo restauro bisognerebbe aggiungere una seconda iscrizione “P  E  LATO”,

Foto particolare iscrizione "P E LATO"
Foto particolare iscrizione “P  E  LATO”
Affresco ritraente forse San Tommaso, dove si trova questa dicitura
Affresco ritraente forse San Tommaso, dove si trova questa dicitura

già menzionata dal Prof. Maina (pag. 81), che si trova nella parte inferiore dell’affresco ritraente forse San Tommaso nella quale risultano presenti, a mio parere, altre lettere. Sarebbe un peccato far scomparire del tutto questo pezzo di storia autentico del nostro santuario.

Infine un’ultima considerazione va spesa a favore del Fiore che fu il primo a stabilire una data certa per la costruzione della Cappella di S. Maria, riferendosi anche al prodigioso evento dell’apparizione della Madonna che, secondo i dati raccolti, potrebbe essere collocata tra la fine del ‘400 e gli inizi del ‘500. Ecco il motivo per il quale si spiega l’inesistenza di poche fonti storiche scritte, oltre al Montorio nel 1715, dato il lunghissimo arco di tempo che intercorre dall’apparizione al ritrovamento del quadro in tufo della Madonna delle Grazie avvenuto (Maina, op. cit., pag. 72) il 24 luglio 1959 alle ore 10:45 (data storica da valorizzare).

Questo mio scritto è soltanto una semplice e piccola tessera che aiuti a completare maggiormente il nostro “mosaico”.

 

Ricerche a cura di Giuseppe Picano

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Leggi anche: Cappella di S. Maria delle Grazie in Casale di Carinola, altra ipotesi sulla datazione

 

Leggi anche: Santa Maria a Pisciariello

 

 

6 thoughts on “Santuario Maria Ss. delle Grazie: la datazione, e non solo, dell’affresco più antico

  1. Anonymous

    Finalmente un giovane casalese che si interessi particolarmente,oltre alla mia cara ed operosa Adele MIgliozzi, del nostro bel santuario!!
    Continuate a ricercare le verità storiche che ci interessano con entusiasmo ed attaccamento al nostro amato ed amabile paesello natio.
    Un sincero plauso ed un caldo incoraggiamento al vostro impegno culturale!
    EN AVANT TOUTE!!! (per dirla a modo nostro!)

    Donato Iannotta

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  2. Anonymous

    La data sotto l’affresco si può leggere come 1524, ma a me sembra 1528, se la seconda non è una X ma una L allora diventa 1548. Dalle foto confermo anch’io 1528. Devo vederla da vicino. Qualcuno sa dirmi se il santuario è aperto sabato mattina o pomeriggio?
    Grazie, Nicola Severino
    nicolaseverino@libero.it
    Roccasecca (FR)

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