RIP Antonio

Antonio non è più. Se ne è andato qualche giorno fa. Stava male già da qualche mese per la verità.
Le sue condizioni di salute sono andate poi via via sempre più peggiorando fino all’epilogo di qualche giorno fa.

Antonio si curava a modo suo quando poteva, come poteva, senza nemmeno avere mai indicato all’ASL, stando a quanto diceva, chi era il suo medico di famiglia. Non voleva semplicemente. Almeno io non sono mai riuscito a convincerlo, pur avendoci provato ogni volta che se ne presentava l’occasione.
Ma lui era fatto così. Con le sue paturnie, come tutti d’altronde, aggravate dagli acciacchi inevitabili dell’età e afflitto dai malanni della nostra società; che spinge sempre di più ai margini chi è solo: perché attraversa un momento di difficoltà, perché ha perduto la famiglia, perché vive un disagio, perché è anziano.

Quando ci incontravamo prendevamo il caffè insieme e mi raccontava tante storie della nostra terra. Della sua impresa perduta tanti anni fa, delle sue esperienze in giro per l’Italia. E poi mi parlava dei suoi fantasmi. Della gente che lo trattava male e di quelli che invece lo trattavano bene.

Mi diceva sempre che lo avrebbero trovato morto nella sua casa e credo che alla fine la storia sia andata non troppo diversamente da come se l’era immaginata. Se ci si fosse attivati prima magari sarebbe ancora tra noi. Se ci si fosse attivati prima magari avrebbe vissuto meglio gli ultimi anni della sua vita. Magari… Chissà… Oppure no?

Certo un poco di attenzione in più verso il mondo del disagio e delle solitudini comunque non guasterebbe, da parte di tutti, ma soprattutto da parte delle istituzioni, laiche e religiose, a ciò preposte. Non è il primo caso di persone abbandonate a se stesse che registro e mi auguro che si riesca a fare qualcosa per aiutarle.

Io lo chiamavo “lo spirito inquieto dell’Appia” perché ogni tanto all’improvviso vedevo sbucarlo da qualche parte, passeggiare ai bordi della strada, fermo con la sua auto al fresco in qualche parcheggio con la sua chioma ribelle e la sua busta di plastica bianca.
Ha scelto di chiudere qui da noi la sua esperienza terrena perché amava Carinola, comunque, e ci tenevo si sapesse.

Addio Antonio, #RIP

 

K

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