Noi e gli “stranieri”

Milioni di persone continuano a fuggire da crisi e conflitti in diverse parti del mondo. Migliaia di migranti muoiono in mare nel tentativo di cercare protezione in Europa. Siamo di fronte alla più grave crisi migratoria degli ultimi secoli.

Purtroppo è di ieri l’ultima terribile notizia, offuscata dagli assordanti rumori dei preparativi festaioli, di un naufragio di un gommone davanti alle coste libiche ove hanno trovato la morte per annegamento oltre cento vite umane tra bambini, donne ed uomini di nazionalità africana.

Ci si domanda come si possa rimanere insensibili di fronte ad un’escalation di tragedie umane quasi non fanno più notizia o addirittura come avviene in molti Paesi europei, e tra questi in prima fila la nostra Italia, l’utilizzo da parte di miserevoli forze politiche della tragedia dei migranti al solo misero scopo elettorale.

In Italia siamo in pieno clima pre-elettorale ed allora forze politiche intrise di populismo e demagogia pur di “acchiappare” voti non si fanno alcuno scrupolo nel demonizzare lo “straniero”.

Mentre invece, come sempre, illuminata  ed illuminante è l’intervista del Santo Padre rilasciata a Paolo Rodari su la Repubblica di qualche giorno addietro.

Ancora una volta Papa Bergoglio lancia un grido di dolore a difesa della pace e degli ultimi “…rispondere alla violenza con la violenza provoca inevitabilmente migrazioni forzate ed inumane sofferenze…” ed ancora “…i vescovi e i preti devono sempre servire, andare incontro a chi è  scartato…”.

Tuttavia è  innegabile che gran parte  del clero italiano  sia impegnato a sostenere  i più  poveri, i più sfortunati, chi non ce la fa e gli stranieri di qualsiasi colore o razza.

Ma nonostante l’impegno e gli sforzi del clero nella comunità  cristiana risiedono ancora molti “sepolcri imbiancati” così  come Matteo li definiva “…apparite giusti all’esterno davanti agli uomini, ma dentro siete pieni di ipocrisia ed iniquità…”.

Molto forte e significativo è  stato il monito del nostro Vescovo  S.E. Orazio Francesco Piazza allorquando salutanto la comunità cristiana di Nocelleto  al termine della sua visita Pastorale proferi’ “…la Chiesa è  fuori basta divisioni,  basta lacerazioni. .”

Ho avvertito la necessità  di questa mia modesta riflessione  perché  tutti i giorni capita di ascoltare e notare un vero e proprio sentimento di xenofobia e di razzismo che di fa ampia strada anche tra i cosiddetti cristiani praticanti.

Un vera e propria contraddizione con il proprio credo alla quale voglio sperare che una più attenta riflessione dell’essere cristiano possa far nascere nei cuori di tutti una vera Pasqua.

Indubbiamente  come dicevo all’inizio l’immediatezza delle elezioni

spinge qualche parte politica a soffiare sul fuoco della precarietà economica-finanziaria-lavorativa indicando come responsabili  proprio i migranti instillando così  in alcune persone il seme della discriminazione, della demonizzazione dello straniero dimenticando che negli anni anche noi italiani e sopratutto italiani meridionali siamo stati  e siamo  tuttora “stranieri” e chi questa esperienza l’ha vissuta o la vive sulla propria pelle ne conosce gli infausti risultati.

La Pasqua possa essere per noi tutti e per tutti  quelli che hanno grande responsabilità  politiche e sociali un momento di intensa riflessione con la consapevolezza che costruendo ponti e non alzando muri avremmo reso la nostra esistenza più umana,più giusta e più gioiosa.

Buona Pasqua

Lorenzo Razzino

 

2 thoughts on “Noi e gli “stranieri”

  1. Anonymous

    – PRIMA GLI ITALIANI, POI GLI STRANIERI-
    dalla testata on line “Lafedequotidiana.it” edizione dell’11.06.2016,L’Arcivescovo di Sassari “Paolo Atzei”, intervistato anche sulla tragica realtà dei migranti, ha affermato <>, aggiungendo: <>.
    Quindi la carità fatela prima ai poveri italiani, e dopo pensiamo agl iimmigrati.
    Nell’intervista Atzei dice anche che <>,ma specifica che <>, perchè <>.
    – Conclusione:davanti a chi invade ci si cautela-
    un Cattolico Peccatore

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