Questua “patronale” a domicilio: ma è lecito?

Toc… Toc… – Chi è? – Siamo del paese Tal dei Tali, vicino al suo. Potrebbe farci un’offerta per la nostra festa patronale? Quante volte capita una conversazione del genere? Però ogni volta vien da chiedersi la stessa cosa: MA I CASALESI FANNO ALTRETTANTO? 

È da tempo che ci poniamo questa domanda, tant’è vero che al nostro dubbio fu risposto in maniera perentoria che un Decreto Vescovile aveva proibito tale usanza, ovviamente all’interno della nostra Diocesi, ma nel tempo ci rendiamo sempre più conto che siamo noi casalesi gli unici a rispettarla: è vero, è così?
Ma poi, visto che questa pratica è vietata chi ci assicura che le persone che bussano alla nostra porta siano effettivamente chi dicono di essere e non semplici truffatori che con la scusa dell’immaginetta ci spillano qualche euro. E’ mai possibile che nessuno ne sappia niente? E’ mai possibile che il pastore delle anime del paesino Tal dei Tali non sia al corrente dell’operato del suo gregge? Ci crediamo poco.

Ovviamente questa domanda non ha nulla di tendenzioso, polemico, o addirittura offensivo, gradiremmo solo una semplice risposta, quanto il più possibile informata, a un dubbio che ci sembra legittimo in un paese piccolo come il nostro che da anni ormai è costretto a fare i conti con il proprio spopolamento e di conseguenza con perenni difficoltà organizzative.

 

 

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