Casalesi, un popolo di incontentabili – Distributore SÌ, distributore NO

In questi giorni ho assistito al solito, insopportabile teatrino casalese del “chi la vo’ cotta e chi la vo’ crula”. Riguardo all’abbattimento e allo smaltimento dell’ex-distributore di piazza Monumento si è sentito di tutto, anche le peggiori ca…te dai novelli paladini della difesa del lavoro, come se altri tifassero per la disoccupazione generale.

 

Si è detto che “non è vero che un distributore in mezzo alle case private sia pericoloso”. Ebbene invito alla lettura di questo stralcio normativo:

 

Inoltre, ai sensi di quanto previsto dal Decreto Legislativo n. 32 del 1998, la localizzazione degli impianti di distribuzione carburanti costituisce un mero adeguamento degli strumenti di pianificazione comunale in tutte le zone e sottozone individuate dagli strumenti urbanistici comunali non sottoposte a vincoli paesaggistici, ambientali ovvero monumentali e non comprese nelle cosiddette “zone territoriali di tipo 1”, ovvero la parte del territorio comunale interessata da agglomerati urbani che rivestono interesse storico, artistico o di particolare pregio ambientale o da porzioni di essi.

È consentita la realizzazione di nuovi impianti di distribuzione carburanti anche all’interno delle fasce di rispetto stradali individuate ai sensi del Decreto Legislativo 30 aprile 1992, n.285 (Nuovo codice della strada), esclusivamente nel caso in cui la localizzazione del nuovo impianto interessi un’area sita fuori del perimetro dei centri abitati a condizione che non ricadano in ambiti di tutela ambientale e paesaggistica, fatte salve le norme in materia di prevenzione incendi, edilizie, ambientali, igienico sanitarie e sicurezza sul lavoro

 

Poi si è detto che “non è vero che in mezzo alle case non possono stare visto che nelle città ci sono”:

 

Il regime di concessione di cui all’articolo 16, comma 1, del decreto-legge 26 ottobre 1970, n. 745, convertito, con modificazioni, dalla legge 18 dicembre 1970, n. 1034, cessa dalla data di entrata in vigore del presente decreto.  

i soggetti già titolari di concessione, senza necessità di alcun atto amministrativo, possono proseguire l’attività, dandone comunicazione al comune, alla regione e al competente ufficio tecnico di finanza. Le verifiche sull’idoneità tecnica degli impianti ai fini della sicurezza sanitaria e ambientale sono effettuate al momento del collaudo e non oltre quindici anni dalla precedente verifica. Gli impianti in esercizio alla data di entrata in vigore del presente decreto legislativo sono sottoposti dal comune a verifica, comprendente anche i profili di, incompatibilità di cui all’articolo 3, comma 2, entro e non oltre il 30 giugno 1998

 

Il colmo si è raggiunto però, quando qualcuno ha affermato che “Adesso per fare rifornimento devo andare a Croce di Casale”

 

Vorrei ricordare a questo tizio, che evidentemente viveva all’estero in questi anni, che l’ultima goccia di benzina erogata dall’ormai FU distributore risaliva all’AGOSTO 2011: NON TE N’ERI ACCORTO?

 

Veniamo al posto di lavoro perso: è vero, sono il primo a dolermene, ma forse si dimentica che sono state le scelte di una società privata a far venir meno questo posto, una società che navigava in cattive acque. L’unica cosa auspicabile era che il Comune avesse recepito la proposta di decentrare la localizzazione di un nuovo distributore da costruire, PER LEGGE COME SI È VISTO, in una zona diversa e non abitata, ma comunque sarebbe stata necessaria un’altra società privata a decidere di investire.

 

Insomma, valutato tutto ciò era proponibile che i residui dell’ex-pompa non venissero abbattuti?

 

Si dice che “Chi rompe paga e i cocci sono suoi”, ma noi casalesi non abbiamo ROTTO, tutt’al più abbiamo PAGATO, ma perché ci ribelliamo se qualcuno ci libera dai COCCI?

 

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Il pompiere

 

16 thoughts on “Casalesi, un popolo di incontentabili – Distributore SÌ, distributore NO

  1. anonymus

    Voler far passare i casalesi per un popolo di incontentabili è secondo me assolutamente falso ed offensivo. Voler affermare senza argomentazioni serie verità che tali non sono lo è ancora di più. Ad un certo punto ci sono i fatti che parlano chiaro. Il distributore a Casale di sicuro non c’è più, ed in compenso le auto aumentano vertiginosamente. Andranno a fare benzina a Croce di Casale, prenderanno lì il caffè, le sigarette, la pasta, il pane ecc. ecc. mi pare più che ovvio. Il distributore era “un servizio” importante che per questo andava difeso. Rappresentava ben di più del posto di lavoro che poteva garantire da solo. Addirittura poteva essere un richiamo per far venire a Casale gente da fuori (molti centri commerciali fanno così). Ma chi poteva e doveva fare ciò? I nostri storici beneamati rappresentanti al comune? Ora che il distributore non c’è più e qualche negozio storico di Casale ha chiuso ed altri si apprestano a seguirlo saranno contenti della loro opera? Ebbene io non lo sono e con me molti altri casalesi capaci di pensiero autonomo, e ringrazio questo sito per avermi dato voce. Grisù
    PS: la normativa che citi non dice nulla che interessi “lo storico distributore di Casale” .

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    1. anonymus

      Per ottenere una nuova concessione, comunque si doveva decentr… basta mi arrendo “A lavà la capu a ru ciucciu se perde tiempu e sapone”!!!

      Il pompiere

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      1. anonymus

        ….. i soggetti già titolari di concessione, senza necessità di alcun atto amministrativo, possono proseguire l’attività, dandone comunicazione al comune, alla regione e al competente ufficio tecnico di finanza….. (tagliato dal tuo post)
        Comunque viva il tuffo nel rassicurante passato “eia eia ala là”.

      2. anonymus

        Sì certo, caro so-tutto-io-ma-capisco-solo-quello-che-mi-pare, la concessione si rilascia una “persona” non a un posto e nel momento in cui quella persona non c’è più è logico che si deve rilasciare un’altra concessione. “Logico”: ma tu non vai tanto d’accordo con la logica vero?
        E smettila con questi richiami al FASCISMO, qui Mussolini non c’entra una cippa!!!

        Il pompiere

      3. anonymus

        Mi pare strano che a uno si può dare una concessione e ad un altro no. Poichè la concessione c’era già un meccanismo si trovava sempre a patto che ci fosse stata la volontà. Ma qui la volontà è stata chiara: il distributore andava tolto ed infatti è stato tolto. La volontà diversa di far rimanere il distributore non mi pare sia stata perseguita. Distruggere è sempre facile. E’ stata scelta la strada più semplice e meno ambiziosa. La cosa fastidiosa è che si voglia far passare la questo fatto per una cosa positiva per Casale quando non lo è. La cosa ancora più fastidiosa è attaccare a testa bassa chi si permette di proporre una prospettiva diversa. SI potrà non essere in linea con le scelte fatte, oppure no? Per me la scelta la doveva fare “il paese” e così non è stato. O anche questo non è vero?

  2. anonymus

    Ora che il distributore non c’è più, siamo tutti paladini del lavoro.
    Ma dove cazzo eravate, tutti, quando l’amico Federico veniva licenziato? Non mi sembra che a qualcuno sia importato poi più di tanto.

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  3. anonymus

    “La bellezza salverà il mondo”… Io credo che questo concetto sia verissimo. Peccato che una grande fetta di questa umanità,,come nel caso del fronte “distributore si” e indipendentemente dal motivo,abbia ormai l’animo,la sensibilità,definitivamente compromesse.
    La nostra terra ha patito già troppe volte scelte fatte da rappresentanti di questa fetta di umanità grigia e negativa.
    W casale rinato,fosse anche soltanto per quel angolino di piazza.

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  4. anonymus

    Senza il distributore ora scompariranno anche tutte le auto che pemanentemente affollano il centro di Casale? Arriveranno i vigili urbani a fare le multe oltre i vigili del fuoco? Staremo a vedere

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  5. anonymus

    Se qualcuno vuole chiedere la concessione, la chiede per un distributore moderno sulla circonvallazione. Quello era uno scempio, soprattutto dal momento in cui era rimasto abbandonato. Non sono di casale, ma trovo davvero molti di questi commenti ridicoli, al limite del grottesco

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  6. anonymus

    Se qualcuno vuole recuperare 1 posto di lavoro, si crei un museo. Si organizzi un percorso turistico tra le bellezze culturali, architettoniche e della fede carinolese… ci sono tante possibilitá che offrirebbe il territorio per creare 1 posto di lavoro, ma forse anche 2, oppure 3.. o chi sa quanti altri…

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  7. anonymus

    ma quanti paladini del lavoro e del distributore, è proprio vero in questo paese purtroppo non manca l’intelligenza mancano gli uomini intelligenti.
    cogl…….nii si vive alla giornata tra l’acqua santa e l’acqua minerale.

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  8. anonymus

    Il distributore al centro di Casale ha una storia che sarebbe bello conoscere. Casaledicarinola.net che pure apertamente si è schierata a favore della sua distruzione potrebbe raccontarla? Credo sia una richiesta legittima.

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    1. Novelio Santoro Post author

      casaledicarinola.net non si è schierato “a favore della sua distruzione”: casaledicarinola.net, e ci sembra assurdo doverlo puntualizzare, ha valutato anni fa le condizioni di pericolosità di una siffatta installazione in mezzo alle case e, dopo la sua definitiva chiusura, l’opportunità di eliminare un rottame dalla strada pubblica, cosa doverosa per ogni comune cittadino e non si capisce perché da consentirsi a chi per anni ha fatto del commercio, sacrosanto per carità ma sempre di commercio si è trattato!

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