Antonio Natale: sulla rotta dell’oro

“I più hanno reso quest’arte unica e affascinante… Chi l’ha fatto con il disegno, però, l’ha fatto meglio degli altri” (Benvenuto Cellini)

 

Pochi giorni fa, casaledicarinola.net ha avuto il piacere di una conversazione con il giovane e appassionato orafo e designer Antonio Natale, classe ’84, nel suo laboratorio sito nel cuore del paesello. Abbiamo rivolto alcune domande al nostro amico, in merito alle sue creazioni e al mondo dell’oreficeria. Ci sono occorsi pochi minuti nel suo microcosmo per comprendere quanto quest’arte e la storia verso la sua conquista possano avvolgerci a piccoli sorsi nello scintillio della sua spirale.

  • Com’è nata la tua passione per l’oreficeria e l’artigianato?

 

Sono sempre le persone anziane gli alberi con più rami, infatti è dalle radici di Antonio Natale senior, mio nonno, pittore e scultore in rame, che ha preso vita il ceppo artistico. Forte di questa linfa, dapprima mio padre ha scoperto la sua vocazione nella lavorazione del legno, più tardi suo fratello l’ha ritrovata nella pittura; mentre io, passo dopo passo, ho imboccato il mio viaggio verso l’arte orafa. Ricordo che da piccolo, nei pomeriggi d’estate, mi lasciavo talmente assorbire dall’osservare mio padre intento a maneggiare il legno, che mi si scioglieva il gelato! Poi passavano gli amici in scooter, armati di pallone e, da buon ragazzino, perdevo la concentrazione e montavo in sella… Ma al ritorno passavo da mio nonno: lo assistevo nel cesello di lastre in rame e lo aiutavo a scegliere i soggetti con più sentimento; grazie a lui, ho appreso anche questa tecnica. Per conto mio, però, ero incuriosito dal recuperare i ritagli di scarto: li piegavo, li torcevo, ne venivano fuori ornamenti obbrobriosi… però erano belli. E a dire il vero, mi facevano andare forte nella conquista delle fidanzatine alle scuole elementari!

 

  • Bene, quindi hai trovato un terreno fertile in cui crescere, perché le tue abilità si sono alimentate di un ambiente familiare attivo nel mondo dell’arte e dell’artigianato, che ha saputo trasmetterti il valore di una vita dedicata alle proprie passioni. Com’è proseguita la tua formazione negli anni seguenti?

Mi sono sempre fatto notare per il disegno alle Scuole Medie, motivo per cui il professore di Educazione Artistica mi costrinse, quasi, ad iscrivermi all’Istituto d’Arte, dopo il diploma. Visitai i vari indirizzi da poter scegliere: Beni culturali, Moda, Ceramica ed infine Metalli e Oreficeria. Scelsi questi ultimi, ovviamente. Erano “gioielli preistorici” quelli che si creavano a scuola, ma io me ne innamorai fin da subito. Inoltre, durante il periodo delle scuole superiori ebbi la fortuna di trascorrere alcuni pomeriggi in una bottega orafa, dove diventai un “ladro da colpo d’occhio”, data la grande gelosia del titolare nel mostrarmi il suo operato.

1998
1998
  • In che modo sono trascorsi gli anni veramente decisivi, quelli in cui hai capito di volerti dedicare attivamente alla passione che aveva caratterizzato la tua vita fino ad allora: ovvero, come e quando sei diventato orafo?

Dopo il liceo, ho frequentato il Centro Orafo presso la Scuola di Formazione “Fondazione Il Tarì”. Qui, a pochi giorni dall’inizio, il mio docente di Design mi chiese, in totale segreto, di trascorrere i pomeriggi nella sua azienda: il che avrebbe significato due anni di post-corsi accanto ad una delle vecchie figure campane più competenti del mondo orafo! La sera tornavo a casa e, subito dopo cena, mi catapultavo in garage: uno spazio ristretto, che custodiva tutto il mio mondo e i miei sogni. Mio padre mi aveva costruito un banco da lavoro, con cui finalmente potevo dare vita alle mie fantasie. Pochi utensili e tanta voglia: è così che vivevo molte notti. Finché, un pomeriggio d’estate mia madre rispose ad una telefonata indirizzata a me; e i suoi salti di gioia mi confermarono che avevo superato i test d’ingresso di un importante Istituto orafo veneto: ci ero riuscito! Da allora, il mio futuro si sarebbe ornato per sempre di alveoli, smalti, modellazione in cera, metallurgia, chimica dei metalli, minerali e gemmologia. Sono diventato Analista di diamanti e pietre dure, Esperto di taglio dei minerali, infine Designer 3D. Ho lavorato in varie botteghe e in alcune importanti aziende italiane della scena orafa. Un giorno, ho deciso di trasmettere le mie conoscenze agli altri, autonomamente… e ho scelto Casale come punto di partenza.

Il laboratorio a Casale, in via Silvestro Aurilio, n. 90
Il laboratorio a Casale, in via Silvestro Aurilio, n. 90
  • Qual è l’insegnamento che più ha segnato e ancora segna il tuo lavoro? Qual è lo stile che segui nella produzione dei tuoi gioielli e che messaggio vuoi trasmettere con le tue creazioni?

Sicuramente, mi è stato trasmesso il germe del lavoro ben fatto e sempre, quando realizzo un gioiello, porto avanti un discorso legato alla qualità e al pezzo unico. Mi piace farlo con cura, senza badare al tempo e all’energia che dovrò infondervi. Credo fermamente che un lavoro d’artigianato, per meritare d’essere definito tale, debba essere eseguito con estrema dedizione. In particolar modo, desidero trasmettere curiosità in chi entra nella mia bottega, dando spunti di evoluzione, affinché le mie creazioni abbiano una funzione attiva. Non guardo la materia come esclusivo prodotto di lusso e soprattutto di massa: ogni gioiello che produco è espressione di un dialogo, che interpreto a livello artigianale, lasciando la mia impronta visibile su di esso. Non un freddo ornamento, dunque, ma una filosofia: ogni monile è una piccola, grande rete di sentimenti. Tutto nasce da un’idea, tradotta in un disegno rapido sulla carta, per non lasciarla sfumare; poi, lo spunto iniziale comincia a prendere forma e nascono i giochi di colore, le ombreggiature, i riflessi della fase di progettazione.

  • Quali sono le aspirazioni per il tuo futuro?

Se in futuro riuscirò ad avere una cattedra in un Liceo Artistico, desidero fortemente far conoscere ai miei alunni ciò che io avrei voluto mi fosse trasmesso: perché gli anni del Liceo sono fondamentali nelle scelte mature di un individuo. Mi piacerebbe contribuire alla nascita di un Centro di Formazione in merito, nel comune di Carinola. Siamo giovani e abbiamo le energie giuste per realizzare qualcosa d’importante per il nostro territorio: è per questo che ho scelto di far parte, con le persone che fanno parte della mia vita, di un’Associazione per me molto significativa, gli “Amici della Biblioteca”, con l’onore di avere in custodia un patrimonio librario in crescita, nelle sale dello splendido Palazzo Novelli. Nelle mie intenzioni prossime c’è anche l’idea di svolgere un Seminario sui minerali, in una forma coinvolgente e simpatica.

***

Artigiano: una parola semplice, concreta e dal sapore antico. Oggi vi abbiamo presentato un giovane che sceglie, studia, traccia contorni e crea pezzi unici. Conversando con lui abbiamo compreso quanto l’elemento fondamentale alla base di ogni creazione di oreficeria non sia la meccanicità, dettata unicamente dal mercato, ma un’autentica passione. Perché un gioiello non è semplicemente un oggetto prezioso, né un mero manufatto: creare monili è un compito paziente, fatto di attenzione, studio, ricerca, ingegno, e al contempo di curiosità, desiderio, empatia. Un lavoro di mente, di mano e di cuore.

One thought on “Antonio Natale: sulla rotta dell’oro

  1. anonymus

    Bravo Antonio,continua con dedizione ed entusiamo la tua bella arte ed aspirazione e  prima o poi avrai le tue belle soddisfazioni.Ci vuole costanza nel  perseguire  le mete prefissate ed i nobili ideali! Comunque vada, auguri e bonne chance!

    Con stima e simpatia Donato  Iannotta

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