FRITZ, la prima bomba “intelligente”

La prima conseguenza di ogni armistizio è il disarmo del belligerante sconfitto: ovviamente quello firmato tra gli alleati Anglo-Americani e l’Italia non più fascista, proclamato l’8 settembre 1943 ma in realtà firmato alcuni giorni prima, il 3 settembre, a Cassibile in provincia di Siracusa, non fa eccezione.

A poche ore dopo questo evento epocale risale una particolarità l’uso della prima “bomba intelligente” della storia militare, anche se in realtà l’accostamento di questi due termini risulta abbastanza fastidioso, in quanto la definizione di intelligente per un congegno progettato per arrecare morte e distruzione può essere sopportata solo se si considera l’idiozia umana che si è impegnata a crearlo, quella sì senza limite alcuno.

La vittima fu una nave corazzata italiana, la Regia Nave Roma, probabilmente la più bella nave militare mai uscita da un cantiere nostrano, e l’arma del delitto faceva parte del corredo missilistico di un aereo della Luftwaffe di quella Germania nazista nostra alleata fino a poche ore prima.

Nel marasma generale seguito all’armistizio, solo la Marina rispettò alla lettera le clausole dell’accordo che prevedeva il trasferimento delle 130 navi della flotta in una base alleata del Mediterraneo (era stata scelta Malta, ma in un primo tempo i comandanti di quella piccola squadra navale, inconsapevoli, stavano facendo rotta verso l’isola della Maddalena, in Sardegna), anche se qualcuno in un primo momento aveva proposto l’auto-affondamento, previsto dal codice d’onore marinaresco, vi erano ricorsi per esempio i tedeschi alla fine della Grande Guerra e la Francia appena tre anni prima.

La Regia Nave Roma era partita dal porto di La Spezia, una delle principali basi della Marina italiana, con una squadra di 14 bastimenti e si trovava ad ovest della Sardegna quando venne attaccata da alcuni bombardieri tedeschi che volando a oltre 6000 metri d’altezza per tenersi al riparo del fuoco della contraerea, sapevano bene infatti che la gittata massima dei cannoni delle navi italiane era di 5000 metri, usarono per la prima volta sul campo il primo missile teleguidato della storia, un ordigno che veniva sganciato e poi guidato dallo stesso equipaggio con l’ausilio di un joystick: in pratica l’Fv-1400, o “Fritz” come veniva chiamato dagli Alleati, è stato definito il progenitore delle cosiddette “bombe intelligenti”. Certo altri missili teleguidati erano già stati progettati, ma questo fu il primo effettivo impiego su un campo di battaglia.

Altra curiosità: su quella nave era montato il “Gufo”, il primo dispositivo radar in dotazione alla Marina italiana. La guerra nel Mediterraneo forse avrebbe avuto altri sviluppi se le navi italiane ne avessero potuto usufruire in precedenza quando, negli anni 1940 e ’41, la superiorità Inglese fu schiacciante. Ma la storia non si fa né con i “SE” né con i “MA”.

La parte più brutta della storia, se in una guerra si può accettare l’idea che ci sia pure una parte più bella, furono le disastrose conseguenze che ebbe quella bomba: centinaia di soldati morti all’istante, bruciati per l’esplosione delle caldaie e molti altri che morirono in seguito al naufragio ed alle ferite riportate.

Insomma 1391 vittime, cadute proprio quando la guerra sembrava finita, morti che quasi certamente rappresentano le prime vittime dei nazisti in Italia, ma soprattutto solo alcune delle tante della barbarie della guerra.

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