PICCOLE DONNE (recensione)

Qualcuno dice che una parola muore appena è detta, invece è in quel momento che comincia a vivere. Questo è uno degli spunti di riflessione offerto dalla compagnia teatrale Rostocco che il 20 febbraio 2016, presso il teatro parrocchiale di Vairano Scalo, ha rappresentato Piccole donne. La riduzione teatrale del romanzo di Louisa May Alcott, la regia e lo spazio scenico sono stati curati da Ferdinando Smaldone.

La scenografia, sobria ed essenziale, ci ha fatto cogliere dettagli importanti, avvolti in una luce soffusa: un alberello di Natale, un carillon, fasci di lettere custodite gelosamente e poi gettate in aria in un momento di rabbia. Le vicende della famiglia March, quattro sorelle e la loro amorevole madre, hanno dischiuso, nell’animo degli spettatori, emozioni assopite da tempo, evocando immagini indelebili dell’infanzia e della giovinezza. Stupende le musiche che hanno dato risalto alle scene più tenere e drammatiche.

Le donne, spesso coinvolte in episodi di violenza o sopraffazione, sono state qui rappresentate, al di là dei piccoli difetti caratteriali, con le loro caratteristiche più belle: la generosità, la determinazione, lo spirito di sacrificio, la gratitudine, la bellezza interiore, il coraggio di vivere e morire. Molte le scene struggenti. Fra le tante, si è impressa nel cuore quella in cui Beth, creatura di soave bellezza, negli ultimi istanti di vita, scanditi dal ritmo del cuore che sta per arrestarsi, si rivolge alle sorelle e alla madre, dicendo: “Non provate a fermare il mio volo!”.

L’intera rappresentazione, perfettamente curata nei costumi, nella recitazione e nella gestualità, è stata un invito costante alla comunicazione e alla condivisione, un inno alla vita, intesa come dono inestimabile, non solo sulle fulgide vette della gioia, ma anche negli imperscrutabili abissi del dolore.

Carmen Melese

* prossimo e ultimo appuntamento del festival Teatri d’Anima: CRITONE, sabato 27 febbraio 2016, ore 20 presso il castello di Riardo

 

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