Il tempo delle ciliegie e delle elezioni

E’ quasi arrivato il tempo delle ciliege. In tanti nel nostro paese ripongono legittime e sacrosante aspettative su quel gruzzoletto che “potrebbe” venire dalla raccolta e commercializzazione di questi frutti.
Le piante sono state coltivate e amorevolmente seguite per un intero anno perchè i loro frutti possano distinguersi sui mercati. “Le ciliegie di Casale sono sempre le più belle e le più saporite” dice qualche coltivatore con orgoglio.
Si tratta infatti di una cultura tipica del nostro paese. Negli ultimi anni la commercializzazione di questo prodotto ha deluso.
Poco o nulla è stato però fatto né dagli agricoltori, dalle loro rappresentanze di categoria, dagli enti locali, per affrontare il problema e rimuovere, ove possibile, le difficoltà che di fatto mettono a rischio il risultato finale vanificando sforzi e lavoro.
Sia ben chiaro: il prodotto c’è ed è anche di buona qualità, resta la difficoltà di riuscirlo a commercializzare con l’adeguato margine di guadagno.
Si spera comunque che quest’anno vada meglio e che il mercato assorba la produzione, restituendo il giusto a chi con amore, passione e competenza si dedica a questa attività.
Questa a grande linee è la situazione delle ciliege.
Analogo discorso potrebbe svilupparsi anche per le pesche.

Ma è quasi arrivato, in coincidenza con il tempo delle ciliege e delle pesche, il tempo della scelta della nuova amministrazione per Carinola. Voteremo il 5 giugno ormai è certo.
Su questo fronte abbiamo già assistito alla maturazione improvvisa di una rosa di sindaci veramente copiosa.
Anche questo è un effetto della globalizzazione? Un effetto degli agenti inquinanti e mutageni presenti nell’aria, oppure degli sconvolgimenti climatici che contrassegnano i nostri tempi? O piuttosto di una epidemia di massa?
Tutte cause che andrebbero approfondite, magari con esiti sorprendenti, ma non è ciò che ci interessa in questa la sede.
In verità emerge uno scenario dominato da una prepotente desertificazione della politica, che origina dalla crisi dei partiti e delle ideologie e l’avvento dell’antipolitica.
L’albero della politica è malato e c’è chi vorrebbe addirittura segarlo di netto magari per renderlo più funzionale e malleabile per imporre o proporre non si capisce bene quale alternativa.
Il mantra è che la politica è il male assoluto e i politici di professione i nemici da abbattere.
“Lo conferma Facebook” che ha sostituito ormai la televisione come contenitore e distributore di disinformazione ed è ormai diventato il principale strumento di controllo delle masse.
Lo confermano altresì tanti parlamentari a mezzo stipendio che non meriterebbero nella maggior parte dei casi nemmeno un terzo dell’indennità dimezzata che pure percepiscono.
E così capita che uomini spesso soli si aggirano senza apparente meta, convinti di essere questa volta sulla strada giusta per sedere sul più alto scranno di P.zza Mazza.
Fanno tenerezza. Perché qualche volta rappresentano mondi in rapido disfacimento e ricomposizione e nemmeno riescono ad averne esatta percezione. Senza più punti di riferimento certi o irrinunciabili, senza più credi o ideali in balia unicamente delle loro personali ossessioni .
Tutto è ridotto e svalutato. Ed è molto triste.
La pianta della buona politica, proprio come le altre piante, va curata perché possa dare buoni frutti, prima che possa dare buoni frutti. Ma chi lo deve fare? Lo deve fare tutta la società che la politica, più fedelmente di quanto spesso si riesca ad ammettere, rappresenta.
Quindi solo quando nelle masse comincerà a diffondersi nuovamente il germe della consapevolezza e dell’autodeterminazione ed anche le nebbie della comunicazione subliminale, pilotata dalle lobby delle multinazionali,  si diraderanno, anche in Italia ricomincerà a correre nuovamente la passione per la politica e la partecipazione. Solo allora sapremo che la pianta della politica potrà cominciare a dare buoni frutti.

PS La coincidenza del tempo delle ciliege e delle pesche con quello della campagna elettorale rende  prevedibile che i programmi, peraltro mai rispettati, di tutti gli schieramenti si cimenteranno in qualche goffo volo sul tema, che comunque aspettiamo con ansia di conoscere.

Achab

One thought on “Il tempo delle ciliegie e delle elezioni

  1. Anonymous

    Voto 10 al post ma 4 alla foto, a Carinola ed a Casale in particolare ci sono le ciliegie più belle del mondo e quelle della foto non sono all’altezza.

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