Consorzio Idrico: elezioni spostate ma cariche confermate

Stare appresso all’”Idrico”, il CITL , il Consorzio Idrico di Terra di Lavoro, significa quasi certamente garantirsi un bel mal di testa, pertanto cercheremo di riassumere brevemente gli ultimi accadimenti del consorzio di comuni di Caserta per anni feudo del già Sindaco di Carinola Pasquale Di Biasio per fare di tutto per evitarvelo.

Dunque, eravamo rimasti con la consegna delle liste effettuata il 2 aprile, con l’accordo trasversale dei vari partiti per riconfermare Pasquale Di Biasio alla presidenza, carica che occupa sin dal lontano 2006, e di ratificare il tutto nell’assemblea del 12 aprile. Giusto? Solo che avevamo precisato che in politica MAI DIRE MAI perché c’è sempre la possibilità che un piccolo intoppo vanifichi il lavoro del miglior tessitore. Ecco quell’intoppo c’è stato. Niente di che, per carità, alla fine Di Biasio comunque sarà eletto, solo che ci sarà uno slittamento di qualche giorno.

I fatti sono questi: Carmine Palmieri di San Felice a Cancello, indicato per la vicepresidenza dell’assemblea dei Comuni dal consigliere regionale Massimo Grimaldi ha deciso di fare un passo indietro per presunti problemi d’incandidabilità legati allo scioglimento per infiltrazione mafiosa del suo Comune di provenienza. Una lista dunque risultava incompleta e… tutto sbagliato, tutto da rifare come avrebbe detto il grande Gino Bartali. Il presidente dell’assemblea Giancarlo L’Arco, di Sparanise, revoca il voto ma il presidente uscente del consiglio di amministrazione (Pasquale Di Biasio appunto) gli ha scritto per chiedere di fissare una nuova data per le elezioni: L’Arco questa mattina ha fatto partire le convocazioni per il 20 aprile, il che vuol dire che entro il 10 aprile dovranno essere consegnate nuovamente le liste.

Niente paura quindi, se qualcuno si fosse preoccupato sappia che tutto si risolverà comunque!

Questi tira e molla rientrano nella normalità da sottobosco della politica, ormai non ci sorprendono più. Il vero scandalo sono gli emolumenti, le retribuzioni, i soldi insomma, che questi carrozzoni provinciali garantiscono ai propri vertici, vertici che ovviamente non vengono eletti ma nominati dai partiti in ossequio a logiche spartitorie che qualcuno dice di voler abbandonare ma che stanno sempre lì. Vediamoli dunque questi compensi elargiti con i soldi pubblici e garantiti sempre e comunque, anche in presenza di fallimentari amministrazioni al contrario delle società private dove se un manager sbaglia viene cacciato:

Al Presidente del Consiglio d’Amministrazione vanno cinquemila euro al mese, ciò significa sessantamila euro l’anno: se si considerano i contributi, questa carica costa alla comunità circa centomila euro annui;

il Presidente dell’Assemblea dei Comuni intasca, a quanto pare, circa duemilatrecento euro al mese, ed ora, capolavoro della partitocrazia “poltronistica”, si sono inventati anche il Vicepresidente, nuova carica per cui probabilmente sarà scelto il sindaco di San Marcellino Anacleto Colombiano, che sfiorerà i duemila euro mensili;

a ciò si aggiungano i trentaseimila euro l’anno riservati ai consiglieri di amministrazione e il “gioco” è fatto, tanto paga Pantalone!

Ora ovviamente queste nostre considerazioni non bisogna considerarle indirizzate contro le persone di Pasquale Di Biasio, Giancarlo L’Arco o Anacleto Colombiano, nessuna parola spesa su questo sito deve intendersi ad personam, fidiamo sulla loro intelligenza per far proprio tale concetto, anzi loro sono “bravi”  a sfruttare le falle esistenti,  ma è il sistema che abbisogna urgentemente di un cambiamento, altrimenti sapete che succede? Lo tsunami elettorale del 4 marzo coi suoi clamorosi risultati è solo un antipasto. Il passo successivo? I forconi, probabilmente!

* in foto Pasquale Di Biasio, Giancarlo L’Arco e Anacleto Colombiano

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