Recovery Fund: fu vera gloria?

«La politica è l’arte del possibile» (Otto von Bismarck)

«Recovery Fund? Non accetteremo soluzioni di compromesso» (Giuseppe Conte)

Ma come è possibile credere alle dichiarazioni di vittoria di una parte politica, quando ti accorgi che anche in Olanda sono contenti dell’accordo stipulato stamattina in Europa? Come si fa a credere a scatola chiusa al “politico” tout-court di qualsiasi Paese quando poi vedi che ogni medaglia ha un suo rovescio?

Da oggi ci verrà raccontata la favola dell’Italia che ha imposto la propria soluzione ai Paesi “frugali”, ma non è propriamente così. Oddio è vero che quanto inizialmente richiesto all’inizio, cioè 750 miliardi di euro, verrà effettivamente assegnato all’Italia (così divisi: addirittura 209 miliardi per l’Italia, divisi in 82 di sussidi e 127 di prestiti), in pratica il nostro Paese sarà il primo destinatario dei fondi europei, però…

sì ometterà di dire che l’Olanda ha ottenuto il cosiddetto “freno d’emergenza” cioè la possibilità di dissentire dalle riforme italiane, tipo quella sul lavoro del prossimo Autunno, e di segnalarlo al Consiglio Europeo che poi deciderà a maggioranza;

sì ometterà di dire che l’Olanda ha ottenuto uno sconto non indifferente sulle contribuzioni da elargire all’Europa, che è in pratica ciò che volevano mostrando la loro gretta personalità visto che si bada a interessi economici approfittando di una pandemia, comunque l’Olanda ottiene ciò che desiderava al pari dell’Austria la quale otterrà parimenti uno sconto consistente. Ad onor del vero l’estrema destra olandese sta criticando aspramente il premier Rutte per aver concesso troppo agli italiani, ma questo è un altro discorso ognuno ha l’Opposizione con cui fare i conti e non dimentichiamo che in Primavera voteranno.

Si dice che in Europa ha vinto l’asse franco-tedesco che ha dato ragione all’Italia: io non sono d’accordo, ancora una volta invece ha vinto la Germania della Merkel che ha ottenuto sconti sui contributi europei di circa 4000 miliardi, con buona pace di chi pensava che la Germania fosse diventata improvvisamente buona e fraterna amica.

Per tornare all’incipit, cosa vuol dire tutto ciò? Che in pratica si è raggiunto un compromesso! E beh, caro Conte, aveva ragione Bismarck: LA POLITICA È PROPRIO L’ARTE DEL POSSIBILE!

Qualcuno che non fosse un populista ne dubitava?

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