Giovedì 5 gennaio si terranno le esequie di papa Benedetto XVI: nonostante sia stato uno dei più grandi papi moderni, Benedetto XVI sarà purtroppo ricordato dalla Storia per alcuni aspetti, prima della sua vita da laico e poi del suo Pontificato, non sempre positivi. Le sue dimissioni. La tempesta della pedofilia, riguardo alla quale è stato addirittura accusato di occultamento. La polemica con l’Islam. Le opacità della banca Vaticana. Lo scandalo Vatileaks e infine fu accusato di aver appoggiato l’ideologia nazista, visto che nel 1941 si arruolò nella gioventù hitleriana
Partiamo dalla fine: come detto all’età di 14 anni si arruolò, o venne arruolato, nella gioventù hitleriana. Si è tanto scavato circa questo episodio per cercare degli scandali rispetto a una supposta simpatia nazista ma nulla si è trovato, né poteva esserlo visto che una dittatura non lascia certo libertà di scegliere secondo i propri principi personali.
Facendo un balzo temporale parliamo delle sue dimissioni. Era l’11 febbraio del 2013. Un concistoro convocato per decidere la data della canonizzazione dei Martiri di Otranto, 813 abitanti della città salentina uccisi il 14 agosto del 1480 dai Turchi per aver rifiutato la conversione all’Islam dopo la caduta della loro città, rendeva quella riunione di cardinali un atto di ordinaria amministrazione del quotidiano governo della Chiesa, se non fosse stato per quella comunicazione del Papa fatta a margine dell’incontro, in chiusura, quasi come se fosse un corollario, una minuzia. Invece quelle poche frasi in latino, tutto il testo della Declaratio o Dichiarazione era in latino lingua ufficiale dello Stato Vaticano, annunciavano un addio.
Sono pervenuto alla certezza che le mie forze, per l’età avanzata (ingravescentem aetate), non sono più adatte per esercitare in modo adeguato il ministero petrino […] Per questo, ben consapevole della gravità di questo atto, con piena libertà, dichiaro di rinunciare al ministero di Vescovo di Roma, Successore di San Pietro, a me affidato per mano dei Cardinali il 19 aprile 2005, in modo che, dal 28 febbraio 2013, alle ore 20,00, la sede di Roma, la sede di San Pietro, sarà vacante e dovrà essere convocato, da coloro a cui compete, il Conclave per l’elezione del nuovo Sommo Pontefice
Erano più di 600 anni che non avveniva un atto analogo, una rinuncia che aveva il peso e il valore di un gesto unico nei tempi moderni, totalmente inatteso e che avrebbe segnato la storia della Chiesa. Ma perché papa Benedetto XVI scelse un gesto tanto dirompente e volle porre fine al suo ministero petrino? Dei sei Papi che per motivi diversi avevano, spontaneamente o meno, rinunciato al soglio pontificio, l’ultimo era stato Gregorio XII si spogliò dei simboli del potere papale rivestendo l’abito cardinalizio il 19 luglio del 1415 e, tornato Angelo Correr, si spense il 18 ottobre 1417, cioè sei secoli prima. Fu veramente l’«ingravescentem aetate», l’avanzare degli anni, l’elemento decisivo a spingerlo a tanto? Probabilmente non lo sapremo mai, però possiamo ipotizzare quanto sia stato fiaccato nell’animo da cocenti delusioni affrontate negli anni del suo pontificato.
La tempesta della pedofilia: affrontare la questione dei preti pedofilia richiedeva grandissimo coraggio da parte di papa Ratzinger, un coraggio che non aveva precedenti nella Chiesa, ma che egli fronteggiò già da semplice vescovo nella sua Diocesi adottando misure che rendessero molto difficile insabbiare questo tipo di vero e proprio reato, un peccato che grida vendetta agli occhi del Signore, poi da Cardinale adottando la tolleranza zero e costringendo alle dimissioni influenti prelati senza guardare in faccia a nessuno. Storiche furono le sue meditazioni alla Via Crucis del 2005, meditazioni affidategli da un morente Giovanni Paolo II, in cui parlò dell’argomento con gravi parole:
Quanta sporcizia c’è nella Chiesa, e proprio anche tra coloro che, nel sacerdozio, dovrebbero appartenere completamente a lui! Quanta superbia, quanta autosufficienza! Quanto poco rispettiamo il sacramento della riconciliazione, nel quale egli ci aspetta, per rialzarci dalle nostre cadute! Tutto ciò è presente nella sua passione
Insieme a papa Giovanni Paolo II costituì un tandem di uomini che hanno fatto grande la chiesa del ‘900, insieme sono stati protagonisti di una sincera e ferace amicizia, uno di quei rapporti personali che spesso vediamo tra i Santi. Poche settimane dopo venne ritenuto dal Conclave il naturale successore di papa Karol Wojtyla, con cui aveva avuto come abbiamo visto un grandissimo rapporto, il 19 aprile del 2005 e sarà subito un papa al centro di grandi polemiche.
La prima di queste riguardarono i rapporti con l’Islam: famoso il suo discorso all’Università di Ratisbona nel 2006 in cui apparirà come un uomo che vuole lanciare un guanto di sfida all’Islam, ma in realtà le cose non stavano proprio così visto che papa Benedetto, uomo di pace però non accomodante perché fermo nelle sue convinzioni, voleva costruire un ponte su cui instradare rapporti più comodi con i musulmani basati però sulla reciprocità, però quelle che in realtà erano solo una citazione vennero presentate e distorte dai media come sue effettive parole.
Oltre alle nebbiose operazioni della banca Vaticana, un’istituzione finanziaria da sempre al centro della critica visto che le sue attività mal si conciliano con gli insegnamenti cristiani, fu probabilmente lo scandalo Vatileaks, con il “tradimento” del suo assistente personale Paolo Gabriele a dare il definitivo colpo di grazia al suo spirito e a indurlo a lasciare? Forse non potremo mai saperlo.
Comunque il suo carattere apparentemente spigoloso e, diciamo così, troppo “teutonico”, mascherava un’immensa dolcezza con cui sapeva prenderti per mano e condurti alla verità (era stato professore di Teologia Dogmatica sin dall’età di trent’anni). Non a caso il cardinale Camillo Ruini lo descriveva come «un grande maestro della fede […] un catecheta di profonda straordinarietà e chiarezza […] un evangelizzatore che dolcemente sa quasi costringere a prestare attenzione a Cristo». Non a caso le sue Udienze Generali erano affollate di gente addirittura più di quelle del seguitissimo, amatissimo e grande predecessore Giovanni Paolo II. Non a Caso c’è già un movimento di intellettuali che lo vorrebbe al più presto Dottore della Chiesa, al pari dei grandissimi della fede cristiana.
Il pontificato di Benedetto XVI sarà anche stato segnato da quello storico 11 febbraio del 2013, sarà stato anche quello il momento più intenso e anche più indimenticabile, il momento di cedere ad altri il fardello dell’ufficio del governo della Chiesa, atto di grande umiltà, dote rarissima ai giorni nostri e che nella sua rarità appartiene totalmente all’Opera di Dio, ma a noi piace ricordare soprattutto le parole di papa Francesco pronunciate circa due settimane fa nell’invitare i fedeli a pregare per le condizioni del Papa Emerito ormai peggiorate: «È un santo. È un uomo di alta vita spirituale. Lo visito spesso e vengo edificato dal suo sguardo trasparente. Vive in contemplazione… Ammiro la sua lucidità. È un grande uomo». se a ciò aggiungiamo le decine di migliaia di fedeli che stanno rendendo omaggio alle sue spoglie mortali e i molti esponenti istituzionali, ci rendiamo conto che questo Papa è stato molto più amato di quanto odiatori di professione ed improvvisati “esperti” social vogliano far credere.