23 settembre 1943: è obbligatorio non dimenticarcene!

Tanti sono stati gli episodi che hanno insanguinato il periodo che dall’8 settembre 1943 hanno caratterizzato la primissima fase della Resistenza anti-nazi/fascista, e uno di questi ha avuto come teatro Casale di Carinola e più precisamente la “Piazzetta”. Stiamo parlando di un rastrellamento nazista e per completezza dobbiamo precisare che in quella stessa notte e prima mattinata tutto il carinolese ne subì le conseguenze, anzi quasi tutto l’Alto Casertano fino a Cassino, al limitare cioè della Linea Gustav tedesca.

A perenne ricordo di quel triste rastrellamento del 23 settembre ’43, noi della Redazione di casaledicarinola.net e un ristrettissimo gruppo di amici, abbiamo formulato, fin dal settembre del 2012, una richiesta di cambio del nome in PIAZZETTA DEPORTATI. Come abbiamo scritto nella richiesta…

[…] formuliamo, ammantandola di tutti i crismi dell’ufficialità, la proposta solo delineata un anno e mezzo fa: l’unico episodio della storia recente del nostro paese, di cui si ha conoscenza diretta grazie alla testimonianza dei protagonisti, non meriterebbe di essere adeguatamente ricordato con L’INTITOLAZIONE, CON TANTO DI LAPIDE COMMEMORATIVA E CERIMONIA SOLENNE,  DI QUELLA PIAZZETTA in cui furono attirati con una scusa e che rappresenta l’inizio di un vero e proprio calvario, da cui uscire vivi, per quei pochi che ci riuscirono, rappresentò già un clamoroso regalo della sorte?

Molteplici sono stati gli articoli che abbiamo dedicato a questo evento la cui memoria rischia di perdersi, insieme alla vita di quegli sfortunati protagonisti che a causa dell’avanzata età la morte ci sta togliendo ad uno ad uno, da quel gennaio 2011, quando ci venne l’idea, alla recente istituzione di una Commissione Toponomastica Comunale del giugno 2015, che però una volta per un motivo una volta per un altro non si riunisce più: sarà in grado la non proprio celere volontà comunale di agire prima della naturale scadenza della Consiliatura? Speriamo vivamente di essere smentiti al più presto ma a pensar male…

Ovviamente questa è un’iniziativa che va ben al di là di ogni schieramento politico o di ogni Maggioranza amministrativa che eventualmente dovesse avvicendarsi con quella attualmente esistente, ma, ahinoi, sappiamo bene come vanno le “cose politiche” e tra la campagna elettorale ufficiale e quella ufficiosa, accordi sulle cariche e sugli incarichi, si rischia di dover aspettare altri 4 o 5 anni. In ogni caso la cultura e la memoria storica non possono essere imbrigliate in volgari recinti politici e stolto è colui che s’illude di manipolare il tutto per meri fini personalistici!

Speriamo bene… del resto, possiamo forse fare altro? Anzi sì, una cosa possiamo farla: possiamo ad esempio ricordare a questa Maggioranza che con il suo tergiversare sta smentendo la volontà di accogliere questa proposta, volontà chiaramente espressa nella Delibera di Giunta del settembre 2012 ( PIAZZETTA DEPORTATI: è fatta? ). Difficile capire ulteriori ritardi!

Intanto per chi avesse la voglia e la pazienza di leggerle, ecco i fiumi di parole che abbiamo speso riguardo a questo argomento, tra cui spicca un ricordo personale del professor Michele Lepore, che allora aveva 7 anni, ma soprattutto quelli dei compianti Oreste Maina ed Ernesto Trabucco, quest’ultimo scampato al rastrellamento grazie ad un estemporaneo escamotage che qui riportiamo. Innanzitutto ricordiamo che Ernesto Trabucco era un Telegrafista-Marconista dell’esercito italiano con l’incarico di Radio motorista, che da pochi giorni era rientrato a Casale dopo un accidentato viaggio da Roma cominciato poche ore dopo l’annuncio dell’armistizio del governo Badoglio con gli Alleati. È dal suo libro “Una vita al futuro” edito nel settembre 2007, che traiamo queste parole:

La mattina del 23 settembre del 1943 come i viventi ancora ricordano, un uomo con voce alta della mia età invitava gli uomini ad andare in piazza: c’era un comizio da ascoltare, e apprendere notizie di come comportarci per evitare i disagi che sarebbero potuti capitarci. Non so chi illuminò la mente in quanto decisi di restare a casa, obbligando mia sorella a fare il letto e piazzarmi in mezzo ai due materassi. Per salire al piano dove si dormiva, c’era una scala in legno, e poiché a quei tempi non esisteva bagno, bisognava usare per i bisogni corporali un recipiente chiamato orinale (pisciaturu) ed io quella notte dopo averlo usato, lo feci mettere all’ingresso della camera da letto. Fu quella l’idea più intelligente che ho avuto nella mia vita, infatti la loro visita arrivò anche da me, ma appena salirono le scale, vedendo il letto a posto ed il famoso orinale con il suo contenuto nauseabondo, se ne andarono via proseguendo le altre visite e controlli. Restando in casa, solo nel pomeriggio seppi ciò che era accaduto in piazza. Un vero rastrellamento di uomini per portarli in Germania. Verso sera, gli uomini scampati al rastrellamento, raggiunsero un luogo più sicuro lontano dal paese, nella contrada “Rampaniuci” che trovandosi su una collina, ci dava facoltà di vedere qualsiasi movimento che si svolgeva sull’Appia. Trovai altri paesani, e con loro trascorrevamo le notti nei pagliai, che per essere preciso, erano rifugi costruiti di paglia, steli di piante di lupini e steli di granturco.

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Proposta redazionale”PIAZZETTA DEPORTATI CASALESI”

“Piazza Deportati Casalesi”?

Casale, 23 settembre 1943

PIAZZETTA DEPORTATI? La proposta è ora ufficiale

PIAZZETTA DEPORTATI: è fatta?

Piazzetta Deportati: BUROCRAZIA batte STORIA 1-0

Nominata Commissione Consultiva Toponomastica

 

* in foto un’esemplificazione grafica della nostra proposta, niente di vincolante solo un esempio

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