Casale: un funerale di stato d’epoca fascista

Via Silvestro Aurilio è l’arteria principale del nostro paese che, anche dopo anni di sviluppo edilizio, resta pur sempre “LA” storica strada di Casale di Carinola, non fosse altro che per la sua centralità. Questa Via porta il nome di un esponente della famiglia Aurilio, nome di più famiglie casalesi, quindi anch’esso storico, e potrebbe far pensare a un riconoscimento fatto a uno dei notabili locali di qualche secolo fa, ma in realtà l’intitolazione risale ad un ben preciso episodio risalente al periodo del Ventennio Fascista.

Via S Aurilio
Casale, via Silvestro Aurilio

Silvestro Aurilio nacque a Casale di Carinola nel dicembre del 1890 ed emigrò a Rotterdam (Olanda) per motivi di lavoro, ma non per cercarlo il lavoro bensì per espandere la già avviata impresa di produzione ortofrutticola che aveva messo su in società col cognato Casimiro Trabucco, che lo aveva seguito all’estero, col fratello Alberto e con Giuseppe Del Prete, nonno dell’attuale Presidente del Consiglio Comunale. Il loro lavoro consisteva nell’esportare tali prodotti da Casale nel Nord Europa conservandoli col metodo del ghiaccio in stecche che, in assenza di celle frigorifere garantiva freschezza per la durata del viaggio.

Aveva partecipato alla Grande Guerra e successivamente si era iscritto al  PNF (Partito Nazionale Fascista) – allora tesserati lo si era oltre che per convinzione anche per opportunità e per quieto vivere, al limite per dovere anche se l’ideologia fascista non era propriamente il centro delle tue convinzioni ideologiche – e il distintivo di quel partito faceva bella mostra di sé sul bavero della giacca, ma più come spilla ornamentale, quasi come abitudine che come segno d’appartenenza a uno schieramento.

Il caso volle che il 21 settembre del 1930, passeggiando per le vie di Bruxelles, la capitale belga era una delle tappe dei suoi frequenti spostamenti lavorativi, incontrasse tal Di Barbaro un fuoriuscito che era esule in quel Paese per motivi ben diversi dal suo, essendo un antifascista convinto e quindi costretto alla fuga per motivi politici: costui, in verità, era anche un po’ fanatico, perché, visto e riconosciuto il tanto odiato simbolo, gli esplose contro due colpi di pistola all’addome, lo ferì gravemente e Silvestro Aurilio fu trasportato in ospedale dove, dopo un’agonia di dieci giorni, morì il 1 ottobre per complicazioni derivanti anche da una polmonite.

A quel punto il Regime Fascista si comportò nel modo in cui fanno tutti i regimi del mondo, di destra o di sinistra, antichi o moderni: è vero che Silvestro Aurilio era un tesserato del Partito con tanto di camicia nera e fez, gelosamente conservati dal pronipote Luigi Aurilio, ma a Palazzo Venezia ci si appropriò più del normale di quella morte e fece di Silvestro Aurilio un martire del Fascismo e approfittò dell’occasione per presentarlo al mondo come una vittima del più becero antifascismo. Sempre il Regime si preoccupò dell’organizzazione di solenni funerali di Stato, che ovviamente si svolsero nel suo paese d’origine, Casale di Carinola, al rientro della salma dal Paese nordeuropeo.

Il 13 ottobre, giorno dell’arrivo del feretro, la partecipazione fu oceanica, qualsiasi evento organizzato da un regime vede l’adesione di una folla oceanica, convinta o meno che sia, e addirittura si racconta che mentre la salma faceva il suo ingresso nella nostra chiesa madre, dove il giorno dopo il parroco don Enrico Bianchini avrebbe officiato la messa, la coda del corteo funebre si trovasse ancora a Croce di Casale, lì dove all’incrocio con la strada nazionale Appia era giunto dalla vicinissima stazione ferroviaria di Carinola-San Donato. Secondo la cronaca di quel giorno, più volte i gerarchi e i compagni di partito scandirono a gran voce il nome «Silvestro Aurilio», e l’enorme folla rispondeva a gran voce «Presente!».

La nostra chiesa all'epoca
La nostra chiesa all’epoca

Da allora il Regime Fascista, toccato da cotanta partecipazione popolare, decise di intitolare a perenne memoria di quel martire casalese la strada principale di Casale, quella strada che all’epoca sicuramente era l’unica di una certa rilevanza.

Una riflessione conclusiva: nonostante l’intitolazione fosse suffragata da una così solenne motivazione, a distanza di tanti anni sembra proprio che qualche passaggio burocratico non sia stato effettuato a dovere e che qualcosa non abbia funzionato visto che recentemente ci è stato segnalato qualche problema per l’attivazione di una linea ADSL per computer, perché all’azienda telefonica “Via Silvestro Aurilio” non risulta esistere avendo secondo loro ancora l’antico nome di Corso Italia! Non ci sono parole… burocrazia, finirai mai stupirci?

Forse Silvestro Aurilio non era un notabile nel senso più tradizionale del termine, ma era sicuramente un uomo che aveva avuto il coraggio di intraprendere, di crearsi un lavoro, di essere insomma, come si direbbe oggi, un “self made man” e di esportare all’estero il buon nome di Casale, e già questo rende certamente meritorio il suo ricordo.

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Novelio Santoro, 24.1.2013

Foto di un giornale di quei giorni
Il testo integrale dell’articolo:

MARTIROLOGIO FASCISTA

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La salma di Silvestro Aurilio è giunta nel suo paese natio

La veglia nella Chiesa parrocchiale – Le corone del Duce e del Direttorio Nazionale – La scorta d’onore – Le solenni onoranze avranno luogo stamane – Le disposizioni del Segretario Federale – Il comm. Parini presenzierà alla cerimonia

 

(Dal nostro inviato speciale)

CASALE DI CARINOLA, 13.

La salma di Silvestro Aurilio, il fascista barbaramente assassinato dal fuoruscito Di Barbaro, accecato dal bieco odio antifascista il 21 settembre u. s. è giunta stamane, alle ore 11, sul suolo natio: il piccolo comunello di Carinola, un agglomerato di piccole casette, sulla nazionale che da Capua conduce a Sparanise. Silvestro Aurilio ha avuto al suo arrivo le onoranze più degne, ancor più solenni saranno quelle che gli si tributeranno stamane con l’intervento di tutte le autorità politiche, militari e del Partito della nostra Provincia, delle rappresentanze di tutti i Fasci della Provincia di tutte le gerarchie locali. La salma, dicevamo, è arrivata alle ore 11 precise, avvolta in un immenso drappo tricolore e letteralmente coperta di fiori: di tutti i fiori che i fascisti dell’estero e dell’Italia hanno potuto raccogliere e deporre sulla sua bara insanguinata. E’ giunta con una scorta d’onore, composta dal Segretario particolare del comm. Piero Parini, Segretario dei Fasci all’Estero, dal Segretario politico del Fascio di Rotterdam dott. Ciolini, e dal Segretario della Federazione dei combattenti di Bruxelles dott. Vigliani.

Alla piccola stazione di Carinola, che dista soltanto cinque chilometri da Casale, erano ad attendere l’arrivo della salma, il Podestà di Carinola cav. Antonio Maccarone Palmieri, il Segretario del Fascio locale dott. Giovanni Maccarone Palmieri, il tenente dei carabinieri sig. Cenami, il pretore avv. Villaccia, e poi le rappresentanze degli avanguardisti, delle camicie nere, 12 carabinieri di cui quattro a cavallo, e poi tutto il popolo di Carinola e Casale di Carinola, compatto come un solo uomo. Appena il treno si è fermato stazione, un grido possente si è levato nella piccola stazione pave-sata a lutto.

— Silvestro Aurilio!

—Presente! — ha risposto tutto il popolo, commosso.

Il primo mesto rito è già compiuto. Con semplicità ed austerità fascista.

IL TRASPORTO DELLA SALMA

La salma, discesa dal treno dai militi fascisti, è trasportata a spalla fino all’uscita della stazione ferroviaria, dove è ed attendere il carro funebre. La salma, in un religioso silenzio, è caricata sul carro, e su di essa vengono disposte le corone che hanno accompagnato le spoglie dell’Aurilio, sacre spoglie alla grande causa Fascista, da Bruxelles alla sua terra natia. Poi lentamente il corteo funebre si avvia verso il paese, che fin da ieri è vestito di gramaglie. Seguono il carro il fratello dell’ucciso, Alberto, un cugino di questi, le Autorità, e poi il popolo tutto, a capo scoperto. Il carro è flancheggiato dai carabinieri. Di tanto in tanto si leva una voce possente:

— Silvestro Aurilio!

— Presente!

Dopo circa tre quarti d’ora giungiamo a Casale di Carinola. Il carro sosta un attimo solo davanti al la Casa del Fascio, che stamane sarà trasformata in camera ardente. Poi procede di pochi passi e si ferma. Si è giunti davanti alla Chiesa parrocchiale di SS. Pietro e Paolo di fronte è la casa dell’Aurillo, la casa nella quale nacque, nella quale passò i primi anni di sua fanciullezza, e dove oggi sono tre donne in gramaglie che piangono lo scomparso: la vecchia madre, orbata del suo figlio migliore, le due sorelle private del fratello che si sacrificava per loro! Anche qui Silvestro Aurilio è salutato alla voce. Sulla soglia della chiesa parrocchiale è il parroco don Enrico Bianchini, che lo conobbe ancora fanciulletto. Le gote del vecchio parroco si bagnano di lacrime. A stento ha la forza di levare in alto la mano per impartire alla vittima innocente del più bieco antifascismo la prima benedizione.

UNA BREVE SOSTA DELLA SALMA NELLA CASA MATERNA

Qui la salma viene scaricata dal carro funebre: la si vorrebbe portare immediatamente in chiesa, ma la madre reclama il figliuol suo! La salma di Aurilio viene quindi, a spalle, da quattro militi, trasportata nella casa materna, e collocata nella camerara stessa nella quale Silvestro Aurilio, in una notte del dicembre del 1890 aprì gli occhi alla vita. E qui è impossibile descrivere quel che è avvenuto, in casa dell’Aurilio, davanti alle care e sacre spoglie della innocente vittima. La vecchia madre, le due figliuole, il fratello dell’Aurilio, i parenti tutti si curvano sulla bara e baciano ripetutamente la dura e fredda cassa mortuaria. Il popolo che si assiepa e nella stessa camera, e lungo le scale, e fuori, in istrada, è commosso. Molti, molti piangono singhiozzando. Passano così pochi istanti. Poi, ai parenti si fa dolce violenza, e la salma è ripresa dai quattro militi e trasportata nella chiesa parrocchiale, che come abbiamo detto è proprie di fronte alla casa della famiglia Aurilio.

IL CATAFALCO

Nel centro della piccola chiesa parrocchiale è eretto il catafalco. Su di esso vengono collocate le corone. Quante sono? E’ impossibile contarle, elencarle tutte. Ma scorgiamo quella del Duce, quella del Direttorio Nazionale, e poi quella della Segretaria dei Fasci all’Estero, del comm. Parini, della Federazione Prov. Fascista di Napoli, dei Fascisti di Bruxelles, dei Fascisti dell’Aia, dell’Ambasciatore d’Italia a Bruxelles, del Console generale di Rotterdam, dei Fascisti di Rotterdam, della Federazione dei Combattenti di Bruxelles, dell’Associazione Naz. Combattenti, della colonia Italiana in Olanda, del Fascio di Tilburg, del Podestà di Livorno, di Pisa, di Padova, dei Combattenti di Liegi, dei fascisti di Modane, del Fascio di Livorno, del R. Ministro d’Italia all’Aia, del Fascio di Bussoleno, del Fascio di Formia, del Consolato d’Italia a Bruxelles, della Federazione dei Combattenti del Belgio, del Comando della Milizia, e poi tutte quelle dei parenti e delle autorità locali. La salma questa notte sarà vegliata dai militi e dai carabinieri, e domani alle ore 9 cominceranno a Celebrarsi le messe di suffragio. Officerà il parroco don Bianchini con altri due parroci: i rev.di Novelli e Lettieri. Alle ore 10, poi, la, salma sarà trasportata nella locale sede del Fascio, trasformata durante la notte in camera ardente.

UNA COMMOSSA LETTERA DEL CONSOLE GEN. DI ROTTERDAM

Il Segretario politico del Fascio di Rotterdam che come abbiamo detto ha scortato la salma di Silvestro Aurilio, ha recato alla famiglia la seguente commossa lettera del Console generale di Rotterdam, diretta alla madre della vittima, la quale, — particolare commovente,— ignora che il figliuol suo sia caduto vittima del piombo antifascista, ma sa che è morto in seguito a malattia

[quote font=”georgia” font_style=”italic”]

«Gentile Signora,

fra qualche giorno la salma del suo Silvestro ritornerà al suo paese. L’accompagnano il pensiero più affettuoso ed il vivissimo rimpianto di tutti i connazionali residenti in Olanda, che nel suo figliuolo avevano trovato un compagno di lavoro, un amico, un nobile esempio di amor patrio, di attività, di onestà. Egli è caduto da combattente per l’ideale fascista, ed ella deve esserne fiera. Alla sua memoria, reverenti e commossi, ci inchiniamo e stiamo tutti vicini a lei nel suo Immenso dolore. Voglia gradire l’ossequio di tutti ed il mio in particolare.

Console Generale d’Italia a Rotterdam.»

[/quote]

LA NOBILE FIGURA DI SILVETRO AURILIO

Silvestro Aurillo era nato a Casale di Carinola nel dicembre del 1890, da famiglia di onestissimi lavoratori e commercianti modesti in cereali. Giovanissimo, si era recato all’estero, desideroso di espandere la sua attività, tutta diretta al bene e vi era rimasto fino allo scoppio della grande guerra. Fu tra i primi a rispondere all’appello della patria in armi, e con la sua classe partecipò a tutta la guerra in un reggimento di artiglieria pesante campale, procurandosi la croce al merito di guerra. Congedatosi, egli è ritornato al suo lavoro attivo, prima in Italia e poi all’estero, dove in breve volgere di tempo era riuscito ad acquistare la fiducia in tutto il campo commerciale, e le più vive simpatie delle autorità e della colonia dei connazionali. Si era iscritto al Partito e tra i connazionali faceva cotidiana opera di fervente fascista e d’italianità. Egli spesso si recava dall’Olanda nel Belgio, ad Anversa o Bruxelles per affari. Il destino ha voluto che incontrasse il criminale Di Barbaro, che cercava un bersaglio al suo odio di rinnegato e bestiale. Fu ferito a rivoltellate il 21 settembre e si è spento l’1 ottobre all’ospedale.

LE DISPOSIZIONI PER I FUNERALI

I funerali avranno luogo, oggi, martedì alle ore 14,30 precise. Ad essi interverranno: S. E. l’Alto Commissario, il Podestà di Napoli, il Preside della Provincia, il Comandante del IV Raggruppamento CC. NN., i Senatori i Deputali, il Comandante del M. Gruppo Legioni, il Comandante della D.A.T., la Delegata dei Fasci Femminili, i Consoli della 138. e 141. Legione ed il Presidente del Comitato Provinciale dell’O. N. Balilla. Inoltre interverranno, In camicia nera: i Componenti del Direttorio Federale, gl’Ispettori amministrativi, i Componenti della Commissione Federale di Disciplina, gli Ispettori di Zona, i Fiduciari dei Gruppi e Circoli Rionali di Napoli con i rispettivi direttori, i Segretari politici ed i direttori dei Fasci di: Maddaloni-Caserta, S. Maria C. Vetere, Capua, Pignataro Maggiore, Sparanise. Teano, nonché tutti i camerati iscritti ai Fasci di: Caianello, Carinola, Conca della Campania, Marzano Appio, Mignano, Ponza, Presenzano, Roccadevandro, Roccamonfina, S. Pietro Infine, Sessa Aurunca, Tora e Piccirilli, appartenenti alla I Zona, una centuria della M. V. S. N. della 141. Legione e le Organizzazioni Giovanili di Carinola e Sessa Aurunca. Presenzierà ai funerali il comm. Piero Parini, in rappresentanza del Ministero degli Affari Esteri e della Segreteria dei Fasci Italiani all’Estero. Dopo la cerimonia dei funerali si formerà un corteo a cui prenderanno parte tutte le Autorità e tutto il popolo. La salma sarà caricata su di un affusto ci cannone e, avvolta in un tricolore, — lo stesso che l’ ha avvolta da Bruxelles a Carinola. Il corteo accompagnerà la salma fino al piccolo cimitero locale, e la banda musicale della Milizia lungo il percorso suonerà l’inno «Giovinezza».

Giovanni Romei

18 thoughts on “Casale: un funerale di stato d’epoca fascista

  1. Anonymous

    Grazie Novelio,le tue ricerche storiche su personaggi e fatti di Casale,sono notevoli e interessanti.CIAO

    FUOCO ROSSO

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  2. Anonymous

    Finalmente uno scritto che ristabilisce con equità storica una vicenda che è stata fatta oggetto di meschine strumentalizzazioni, ovvie per ogni regime dittatoriale, ma ancor meno comprensibili, a distanza di quasi un secolo, da chi a volte continua a far di questo mio lontano avo un martire politico. Martire lo fu ma del fato che spesso agisce tramite la stupidità umana. Posso confermare che la strada principale di Casale, in molti contesti (per es. i navigatori satellitari) continua a essere “Corso Italia”, causando disagi a chi viene cercato tramite strumentazioni moderne. Un altro “regalo” dei nostri preistorici burocrati. N. Aurilio

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  3. Anonymous

    comunque Silvestro Aurilio al di là della vostra (“”) apologia  era ed è e sarà un FASCISTA, per cui spiagatemi come si concilia con la Vostra proposta “del sito” di intitolare una piazza ai deportati dai FASCISTI, al campo di concentramnto.. una desistenza.. politica…..o una apparatura…(veramente spiagatemi la sostanza del concetto)…… un amico 

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    1. Anonymous

      Caro amico,

      non capisco proprio dove tu abbia potuto vedere la mia apologia: io mi sono limitato a ricostruire la storia, l’essenza dei fatti, basandomi su raacconti di familiari diretti ma soprattutto sulle EFFETTIVE cronache dell’epoca. Invece tu vai aldilà dei fatti: bravo tu sei il tipico esempio, caro amico, di chi vuol guardare solo ciò che conviene. Fascismo? Nazismo? Repubblichini di Salò? Partigiani? Resistenza? Io non mi arrogo il diritto di emettere giudizi su fenomeni su cui la Storia ha già emesso la sua inappellabile sentenza. Tu invece sì, ma evidentemente lo fai con occhiali che distorcono a causa dell’ideologia, quella stessa ideologia, anch’essa sconfitta dalla Storia, che ti fa mischiare due cose totalmente diverse.

      Cosa vuoi che c’entri un evento figlio della crudeltà propria di tutte le guerre, con una richiesta di riconoscere un episodio che parla di privazione della libertà di cui si è macchiato il Nazismo che all’epoca aveva già fagocitato ogni volontà del Fascismo italiano che non a caso stava perdendo la guerra? “Apparatura”? Quanto livore mi sembra di cogliere in questa apparentemente innocente parolina: non vedo l’ora di leggere una tua risposta in modo da capire cosa intendi, perché, scusami, ma proprio non lo capisco!

      Vedi amico caro, se tu pensassi un po’ più spesso che la storia la scrivono SEMPRE i vincitori, e che la verità SPESSO sta nel mezzo, non ti avventureresti in giudizi così sicuri: io invidio questa tua sicurezza ma poi mi chiedo NON SARA’ FORSE ARROGANZA? – Novelio Santoro

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      1. Anonymous

        la mia era una semplice richiesta poichè mi sembrava e mi sembra che comnque l’articolo fosse così troppo partigiano, cioè di parte, è una impressione e assolutamente non volevo emettere giudizi o altro la parola apparatura a questo si riferiva al senso di fascista che non era più tale, non comprendo l’imbellettamento. non cera aluna arroganaz a o altro era solo un impressione che volevo mi fosse spiegata. forse mi sembra eccessiva la risposta un po troppo sulla difensiva su qualcosa che è chiaro va collocato e analizzato dal punto di vista storico, concordo, ma appunto perciò la storia che fanno i vinti, meno male che se vincevano i fascisti avremmo alrra storia. comun que resto e mi firmo un amico, e assolutamente non volevo provocare o offendere, vuol dire che vista la troppa suscettibilità mi asterro da altri commenti

      2. Anonymous

        D’accordo, allora chiedo scusa per la veemenza della mia replica ma comunque ribadisco l’attinenza della ricostruzione  ai fatti storici: quanto questi in quel periodo fossero intrisi di partigianeria fascista è purtroppo normale, non dipende certo da me.

        In ogni caso non riesco tuttora a capire l’accostamento con la proposta redazionale di intitolare la “Piazzetta” ai Deportati, bocciata dalla Prefettura ma pur sempre valida per il Comune di Carinola che quando deciderà di metter mano alla toponomastica potrà farla sua. Un saluto, Novelio Santoro

      3. Anonymous

        Se volevi esprimere un giudizio e basta perchè hai firmato con l’anonimo? La prossima volta non commentare proprio. Le cose rileggile tre volte prima di commentare, perchè gia il fatto che commenti con l’anonimo fa capire che cristiano sei… Quindi… per piacere… Silenzio, ok? SILVESTRO AURILIO

      4. Anonymous

        a parte che non sono cristiano, ma l’intimazione del silenzio, VI qualifica e non VI giustifica, caro VOI avete sbagliato epoca……..e poi se VOLETE rileggete tutto così non ci saranno altri fraintendimenti. EIA EIA EIALA’ 

      5. Anonymous

        L’articolo scritto da quello che io definisco esimio Sig. Novelio Santoro, non è assolutamente di parte. Lo definisco con tale accezione poichè non solo non si è limitato a riportare un fatto storico che riguarda tutti noi a prescindere dall’evento storico, bensì anche perchè non ha risposto in maniera sgarbata (e anche se lo avesse fatto, non avrebbe sbagliato). Persone come lei, amico sì, ma dell’ignoranza, dovrebbero astenersi dal commentare come se capissero tutto di tutti. Specie perchè partiti come quello fascista, comunista ecc. non esistono più da moltissimo tempo. Pertanto come si può accusare un giornalista di parteggiare per un qualcosa che non esiste più? Perchè avrebbe dovuto pubblicare un articolo di parte, se oramali la gente lo schifa il fascismo? Vedi, l’Italia si sta rovinando per gente come lei, caro amico. Lei non ha nemmeno il coraggio di esporsi, il che non giustifica ne la critica che lei muove, ne tantomento quello che ha detto finora. Conoscere la nostra storia è importante e il Sig. Novelio Santoro ci concede tale possibilità di saperla in maniera corretta e imparziale. I commenti esistono per poter discutere in maniera costruttiva di un determinato argomento, e non per consentire tali commenti, che a parer mio, caro ed esimio amichetto, non sono altro che frutto di mancanza di cultura, mentalità che sarebbe a dir poco ancestrale e di una sana vena di cafonaggine. Mi scuso se mi sono alterato, ma era il miglior modo per poter esprimere quello che pensavo, grazie. SOCRATE

  4. Anonymous

    anche a me sembra apologia del fascismo.comunque non è un disguido burocratico,semplicemente non si puo intitolare una via a un “martire” fascista,in effetti chiamarla via silvestro aurilio è solo una consuetudine.

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    1. Anonymous

      Ma quale apologia del fascismo!!!! e’ uno scritto della storia del nostro paese, del perchè si chiama così una strada, di chi è una persona che sentiamo nominare tutti i giorni. Veramente si vuole vedere del male dove non c’è. Poi non si può accusare di apologia del fascismo un sito che ha fatto la proposta di modificare il nome di una piazzetta per intitolarla ai martiri del fascismo. Non sapete come fare per innescare inutili polemiche!!!!

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    2. Anonymous

      Leggete anche l’altro articolo di fianco, dello stesso aurore! Apologia del fascismo …. ma mi faccia il piacere!!!!!!!

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      1. Anonymous

        la strada si chiama corso italia,iniziamo a cambiare da questo.

      2. Anonymous

        ma allora perché tutti gli indirizzi fino a poco dopo il monumento e gli scontrini fiscali dei negozi, portano scritto via silvestro aurilio?

      3. Anonymous

        mi sa che questo è colpa della burocrazia,ovvero al comune non hanno mai ristabilito il nome originale della via.credo,non ne sono certo.

  5. anonymus

    Silvestro Aurilio era il fratello di mia nonna Luigia ed era nei Paesi Bassi per motivi di lavoro, come giustamente ricordato.Oltre alla attivita’ gia’ citata ,avevano insieme a mio nonno Casimiro e a zio Alberto una ditta di export del vino Falerno.
    Abbiamo a casa bellissime etichette d’epoca da apporre sulle bottiglie, della ditta : “Trabucco-Aurilio” ,che aveva sede a Napoli in via Costantinopoli 2.
    Dai racconti di mia Nonna , ritengo molto equilibrata l’analisi fatta da Novelio , al di là di ogni interpretazione politica.Grazie

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  6. Anonymous

    Bellissima storia. Fascismo o no, conoscere la storia del proprio paese fa sempre bene. Oggi scopro, grazie a voi, che quella che per me è sempre stata via S. Aurilio in realtà si chiama Corso Italia. Grazie e continuate così!

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