Capua/Carinola: Matilde Serao e il muro di gomma

La serata in onore di Matilde Serao organizzata giovedì scorso a Capua da esponenti qualificanti del mondo della cultura Capuana, nonostante il freddo pungente, è stata un grande successo perché vi è stata la presenza di un pubblico attento, soprattutto femminile, in un contesto dov’è nato il volgare italiano, quindi la lingua italiana di cui è il progenitore. Il tutto si è svolto nella Chiesa longobarda di S. Salvatore a Corte posta proprio davanti al cippo commemorativo del Placito Capuano, uno dei primi documenti ufficiali che dopo secoli abbandonava il dotto latino per preferire la lingua del volgo molto più vicina al popolo.

È su questo che è stato incentrato l’intervento del prof. Pompeo Pelagalli del Touring Club. La sua collega, dott.ssa Annamaria Troili, che del Touring Club è Console, ha esposto le tante iniziative realizzate ed ancora in programma, alcune delle quali potrebbero esser fatte in futuro in sinergia con Carinola.

I relatori della serata capuana di giovedì

Nadia Verdile ha tratteggiato gli aspetti umani della personalità di Matilde Serao, ma ha rimarcato soprattutto l’importanza ed il pregio storico del libro Ventaroli la Patria dei ricordi di Matilde Serao perché grazie a questo libro e al suo autore Antonio Corribolo è stata fatta chiarezza sulla data della nascita di Matilde Serao, spazzando via definitivamente quelle che finora erano solo ipotesi e che alternativamente parlavano del 28 febbraio, del 7 marzo, e del 12 maggio. Nadia Verdile ha sottolineato che Antonio Corribolo, portando un fiore sulla tomba di Matilde Serao, non solo ha onorato la memoria della prima grande giornalista femminile italiana, ma con la definitiva fissazione della data del suo genetliaco al 14 marzo del 1856 ha anche rivoluzionato quello che era stato il lavoro di 150 anni di tanti biografi della scrittrice.

Tomba nella cappella di famiglia nel cimitero di Poggioreale di Napoli tratta da Facebook 

Lidia Luberto ha parlato del Premio Matilde Serao dei contatti con gli allora direttori de Il Mattino, Paolo Gambescia, Mario Orfeo, Virman Cusenza, Alessandro Barbano e oggi Federico Monga, che al pari dei predecessori assume la carica di Presidente della Giuria del Premio.

Le conclusioni sono state demandate ad Antonio Corribolo che ha spiegato il senso della serata e l’importanza di allargare i contatti e la collaborazione con enti, associazioni motivate a fare cultura e a rendere omaggio a Matilde Serao. Ha fatto presente che l’Associazione vive grazie al volontariato culturale e soprattutto grazie al volontariato economico dei suoi iscritti. Ha precisato inoltre che il Premio Giornalistico resterà a Carinola e che la prossima edizione sarà celebrata tra fine maggio e i primi di giugno con l’adesione non solo de Il Mattino ma anche di Poste Italiane che da sempre ha aderito alla manifestazione. Per la parte letteraria del Premio per il momento resta in piedi l’accordo con Il Mattino, senza però escludere l’eventuale concorso di quanti in Terra di Lavoro vogliano partecipare e collaborare con l’associazione Matilde Serao, tutto ciò nell’ottica di un normale sguardo all’aspetto economico.

I due libri di Antonio Corribolo

Antonio Corribolo ha anche parlato dell’altro suo libro “Telegrafi di Stato” evidenziando che in quel libro è racchiusa tutta l’attenzione di Matilde Serao per le condizioni di lavoro e di vita delle donne negli anni pre Belle Epoque. In quel libro c’è la prova che Matilde Serao non è stata un’anti-femminista ma, scevra da quella retorica quasi sempre gridata e spesso inconcludente perché mossa solo da quel linguaggio politically correct che va tanto in voga oggi e buono soltanto per raccogliere qualche applauso in più, è stata la prima vera paladina delle donne, con ben 150 anni di anticipo.

Nella serata in cui si è seminato per il futuro, abbiamo con piacere notato le presenze di Palmina Manica, amica sin dalla prima ora dell’Associazione e del Premio Serao, e Antonietta Rucco entrambe amministratrici del vicino comune di Falciano, evidentemente convinte come noi che Matilde Serao è un patrimonio umano e professionale della nostra Terra. Una miniera umana e professionale dalla quale attingere a piene mani ma con rispetto e devozione per la sua vita e la sua opera.

A tal proposito ci piace porre un quesito all’attenzione di chi, vertici amministrativi e scolastici, ha concreti poteri decisionali, partendo dalla consapevolezza che il libro Ventaroli la Patria dei ricordi di Matilde Serao è stato sì redatto con attenzione storica e scrupolo appassionato, ma anche e soprattutto con un intento divulgativo pensando ai ragazzi della nostra terra, e segnatamente del nostro Comune, affinché imparassero da piccoli a conoscere ed amare Matilde Serao o addirittura ad esserne, perché no, orgogliosi, una proposta cui ci piacerebbe non venisse opposto il solito muro di gomma buono solo a mostrare indifferenza:

Non sarebbe bello che quel libro venisse in qualche modo adottato dalle nostre scuole nello studio della Letteratura Italiana?

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