Futuro deciso per l’ex centrale nucleare del Garigliano?

L’ex centrale nucleare del Garigliano, in fase di smantellamento sin dal 1999, sarà oggetto di riconversione grazie ai soldi del PNRR o Recovery Plan. Nel piano approvato dal governo di Mario Draghi è infatti annunciato un intervento nella struttura di Sessa Aurunca, è in fase di decommissioning, appunto, da oltre 20 anni, dopo aver funzionato per poco più 15 anni (1964-1980).

A dirlo è il senatore casertano Agostino Santillo, vicepresidente del gruppo M5S: «Sarà possibile recuperare pienamente e nella massima sicurezza un’area delicatissima anche e soprattutto da un punto di vista ambientale. L’intervento verrà realizzato nell’ambito della prevenzione antisismica prevista dal Recovery Art. È fondamentale, infatti, in un Paese a forte rischio sismico, mettere in sicurezza obiettivi il cui danneggiamento potrebbe comportare ingenti rischi per la popolazione, oltre che costi esorbitanti per la messa in sicurezza».

In effetti, dopo l’abbattimento del vecchio camino da 100 metri di altezza, del rotore e dell’alternatore della turbina, avvenuti nel 2017, e la prevista disattivazione della turbina stessa, poco si sapeva del futuro dell’ex centrale nucleare che in questi anni è stata sottoposta al lavoro della Sogin, la società pubblica responsabile del decommissioning delle quattro centrali presenti sul suolo italiano, compresa quella del Garigliano, il cui completamento è previsto per il 2026, quando l’ex centrale sarà riportata allo stato di green field, ovvero a una condizione priva di vincoli radiologici, che consentirà il suo riutilizzo. L’unica certezza è che l’edificio turbina e il reattore a sfera saranno conservati in quanto “patrimonio architettonico” del nostro Paese.

Adesso questa bella notizia che speriamo decisiva per il futuro di questo pezzo di storia di un territorio a noi prossimo.

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