“L’eroe di Gaeta” libro di Domenico Anfora

Altra fatica letteraria di Domenico Anfora. Pubblicato ieri “L’eroe di Gaeta”, volume che si inserisce nel ricchissimo e ferace solco dedicato al Risorgimento Italiano, periodo storico al quale il nostro Domenico Anfora, nato a Catania il 24 aprile 1967, ma di conclamate origini casalesi, laureato in Scienze dell’Amministrazione e 1° Maresciallo dell’Aeronautica Militare, ha dedicato molti dei suoi appassionati studi storici. La passione, appunto, è questo il motore che ispira questo come i suoi altri lavori editoriali, tanto che è legittimo chiedersi se ha senso chiamare fatica ciò che è fatto, appunto, con passione!

Copertina

Frutto di rigorose ricerche “L’eroe di Gaeta”, descrive alcuni degli episodi accaduti nel fatale 1861, anno della lotta tra due mondi, quello antico che sta per crollare, anzi veramente il Regno delle Due Sicilie ha già cessato di esistere, cancellato dai cannoni rigati piemontesi, il mondo da ancient régime di re Francesco II di Borbone, detto Franceschiello, fuggito in esilio presso il Papa suo stretto alleato, e quello nuovo di re Vittorio Emanuele di Savoia, nel quale è trattata con dovizia di particolari la vicenda storico-biografica di Francesco Saverio Anfora di Licignano, un eroe borbonico.

È a Gaeta, oggi famosa località a sud di Roma e fino a ieri carcere militare, ma allora noto per essere il primo possedimento dello Stato Pontificio per chi veniva da Napoli, che re Francesco II di Borbone cerca di organizzare la sua ultima, strenua difesa dopo la caduta di Napoli e la sconfitta nella Battaglia del Volturno. Francesco Saverio Anfora, è il più giovane ufficiale superiore del Real Esercito Borbonico, e partecipò con valore alla difesa del Garigliano e della piazzaforte di Gaeta.

In tre mesi di assedio i piemontesi spararono circa 60 mila proiettili dal fronte di terra e 7 mila dalla flotta. La piazza armata ha risposto con oltre 35 mila proiettili. Le perdite tra la guarnigione furono pesanti, raggiungendo un quarto del numero totale, cioè circa 2800 tra caduti, feriti e infermi. Oltre un migliaio sono stati i caduti e i feriti a causa dei bombardamenti. Non meno letale, però, fu il tifo, che provocò la morte di 3 generali, 6 uffiziali, come scritto nel testo che riporta molti documenti dell’epoca, e 307 individui di truppa. I poveri cittadini di Gaeta, prima della resa avvenuta dopo 93 giorni d’assedio, hanno pagato l’assedio con circa 200 morti. Molte di meno sono state le perdite degli assedianti, ben protetti e sparpagliati sulle colline: circa 50 caduti e 350 feriti.

L’aggressione d’una potenza che si diceva amica

(Ordine del giorno del Re) Gaeta, 14 febbraio 1861

Dopo la prigionia Francesco Saverio Anfora, tornato a casa, lottò per riconquistare il diritto a vivere in una Napoli ormai ridotta a semplice provincia, in un meridione d’Italia tragicamente caratterizzato da una sanguinosa e crudele guerra civile. Questo è il sunto della sua vita, dall’infanzia nel palazzo di Licignano alla sua maturità e i suoi amori a Napoli.

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Altre opere di Domenico Anfora sono:

Uomini e storie del Deposito Munizioni di Vizzini, Tip. Scuderi di Carlentini, 2008;

Ignis in Corde – La battaglia degli Iblei 10-16 luglio 1943, CDB Ragusa 2010;

…e un Millepiedi cadde dal cielo – 23 ottobre 1941 l’incidente aereo di Licodia Eubea, Ass. “Lamba Doria”, Siracusa 2011;

Pianto Romano – Calatafimi: la battaglia che fece l’Italia, Di Pasquale Ed., Caltagirone 2012;

Obiettivo Biscari 9-14 luglio 1943: dal Ponte Dirillo all’aeroporto 504, Mursia, Milano 2013.

La cresta a coltello – 10-15 luglio 1943: Vizzini nella bufera (2007),

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