Coltivare in carcere

E’ proprio bello apprendere e coltivare la terra, così come afferma il prof. Donato Iannotta, il quale con entusiasmo, professionalità e a titolo completamente gratuito, conduce ii progetto di ”orto-frutta” nel quale sono impegnati alcuni
detenuti del carcere di Carinola. II progetto, voluto dagli operatori trattamentali del penitenziario, dal Comandante del locale Reparto di Polizia Penitenziaria, Commissario Capo Egidio Giramma e condiviso dal direttore Dott. Carlo Brunetti, è una delle tante attività volta a favorire il percorso di risocializzazione, avviato nei confronti delle persone private della propria libertà.
Quindi, grazie al prof. lannotta. e grazie. alla generosità della Società Agricola Di Maio di Francolise, che ha regalato le piantine, oggi nel penitenziario carinolese e possibile produrre: e raccogliere pomodori, zucchine, melanzane ed altro, prodotti che gli stessi detenuti possono consumare.

II dettaglio. del progetto è rimandato alle note dello stesso prof. Iannotta che si riportano:

E’ PROPRIO BELLO APPRENDERE E COLTIVARE LA TERRA!!
In corso “linguistico-culturale e ortofrutta” ideato e programmato dal gruppo degli educatori, con l’adesione del volontariato e l’approvazione del direttore Dott.Carlo Brunetti. della Casa di reclusione “G.B. NOVELLI” di Carinola, e iniziato nel mese di ottobre 2017, con incontri mattutini di due ore(dalle 9,00 alle 11,00) per due giorni settimanali e precisamente il martedì e giovedì.

Il gruppo di “alunni speciali”  comprende sette unita mostratisi subito interessati ed assidui nella frequenza.
Nei mesi inventali; avendo a disposizione una piccola stanza, adibita ad aula, abbiano fatto teoria, parlando di argomenti. vari,,linguistico-storico-geografico-religioso-sociale-ortofrutticolo senza seguire un vero e specifico programma didattico, ma cercando di soddisfare la curiosità degli studenti, rispondendo, di volta in volta, alle loro domande spontanee di cultura generale, che venivano formulate.

Secondo un loro.giudizio espresso, sembra che gli incontri cosi strutturati e vissuti, siano stati interessanti e proficui.
Avendo a disposizione, poi un modesto appezzamento di terreno, all’interno del carcere, abbiamo pensato di impiantarvi un piccolo orto-giardino da coltivare e far fruttificare.

L’idea dell’orticello di “casa di reclusione Novelli” e nata dal desiderio, del sottoscritto in primis, di rivivere e far rivivere la bellezza della natura, la gioia di coltivare e gustare poi frutti del proprio lavoro, che credetemi, hanno un sapore speciale, quello della fatica, del sudore, della passione, della pazienza, dell’attesa, della speranza ed infine della soddisfazione di realizzato  qualcosa di utile e salutare per noi stessi e poi anche per gli altri.

 

Di fronte all’inquinamento imperante e preoccupante sempre più, anche degli ortaggi e della frutta, si è pensato di arginare, nel nostro piccolo, questo fenomeno, ritornando alla natura e alla coltivazione, nel proprio orticello dei prodotti più comuni in cucina, ad uso e consumo familiare.

Abbiamo così iniziato a parlare dell’orto, della sua nascita, della sua evoluzione storica, della sua importanza e della sua funzionalità attraverso i secoli. Abbiamo analizzato sommariamente i vari prodotti dell’orto, a come coltivarli, secondo le stagioni e cercando di comprendere l’importante funzione per la salute dell’uomo e la salvaguardia della genuinità, per una migliore e più sana alimentazione umana.

Per una normale coltura orticola, si è parlato di come si impianta un orto, come si coltivano i più comuni ortaggi e come si piantano i più comuni alberi da frutta. Si è discusso di terra forte e argillosa, calcarea e leggera, acida é alcalina, di clima ideale e di posizione pianeggiante di un orto e di preparazione del terreno. E dopo qualche rapido accenno· alla concimazione, abbiamo iniziato a diserbare il terreno ed anche a bonificarlo, liberandolo da pietrame e materiale di scarto di muratura d’ogni genere, ivi accumulato.

Con l’aiuto di una motozappa, messa a disposizione dal solerte comandante Egidio Giramma e della preziosa collaborazione degli agenti di polizia penitenziaria interpellati, oltre all’interessamento del gruppo degli educatori che ci hanno seguito e affiancato, abbiamo affinato il terreno e grazie alla generosità della azienda agricola Di Maio di Francolise abbiamo piantato pomodori, melanzane, zucchine cetrioli peperoni oltre a sedano, basilico, prezzemolo. ed insalata che con sudore cura e amore abbiamo monitorato nelle varie fasi di coltivazione.

Sono stati piantati anche degli alberi da frutta, come limoni, aranci e mandaranci insieme ad una siepe di sempre verdi per delimitare l’orto dal giardino. ed abbellire il luogo,rendendo quel terreno abbandonato e ed incolto, un’oasi di riposante verde e prodotti da cogliere e mangiare.

Veramente significativa ed emozionante è stata la piantagione di un ulivo al centro del giardino, voluta dal sottoscritto, per volere visivamente augurare a tutti noi partecipanti del. corso e al mondo intero, un ‘era di sincera pace, serenità e fratellanza.

Tra l’incredulità, l’apprezzamento e la soddisfazione di tutti gli operatori della Casa· di Reclusione, ora stiamo raccogliendo con grande gioia i primi frutti del nostro lavoro dell’orticello che, gustosamente, vengono consumati dai “coltivatori ortolani”ed anche dai loro compagni di sventura del reparto.


Sentirmi dire dai miei “alunni” alla fine del corso “prof è stato veramente bello e soddisfacente quello che abbiamo fatto “ripaga ampiamente me e tutto il gruppo dirigenti- assistenti · .ed educatori, dei piccoli sacrifici e del tempo profuso, per cercare di alleviare . e migliorare le condizioni di vita di queste persone,pur sempre, per me, piene di forte umanità.

 

Donato Iannotta

Ma non finisce qui! Dopo l’estate si riprende con la piantagione di nuovi ortaggi. Carinola, 13.07.2018

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