Un’antica tradizione: CENTO CROCI DELL’ASSUNTA

Assunzione di Maria

Voglio oggi “rispolverare” un’antica tradizione casalese: una preghiera che veniva recitata, esclusivamente nel giorno dell’Assunzione al cielo di Maria, da gruppi di fedeli, spesso radunati nei portoni delle loro abitazioni per ripararsi dal torrido caldo estivo. Si tratta di una breve orazione in dialetto con cui gli antichi ricordavano al maligno di essere devoti alla Madonna e quindi di allontanare le sue tentazioni dalle loro anime.
Il testo recita:

“Fauzu amicu fatte là, cu l’anima mia n’hai che fa’. Oggi è ru juornu della Vergine Maria, me facciu cientu Cruci e me ricu cient’Ave Maria”

È una preghiera molto lunga e monotona, infatti consiste nel recitare per cento volte il testo sopra riportato, seguito dal segno di Croce e da un’Ave Maria.

Spesso, vedendo i pochi anziani che ancora seguono con devozione questa tradizione, con le loro corone del rosario tra le dita per ore intere, mi domando quanto sia grande la loro pazienza. Proprio così, quello che ammiro di più è proprio la pazienza, una virtù poco conosciuta dalle nuove generazioni.

Paolo Ullucci

4 thoughts on “Un’antica tradizione: CENTO CROCI DELL’ASSUNTA

  1. Anonymous

    Si e vero ci sono anche persone che dicono ” nemicu de Diu fatte la cu l anima mia nun ai che ce fa oggi e la jurnata de la Vergine Maria e i me facciu cientu cruci e cient ave maria”monotona ma bella

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  2. anonymus

    Io ogni anno la recito il giorno dell’assusta,la recitavo insieme a mia suocera,ora,la recito sola ,perché è passata a vita migliore e io la insegno ad altri.Buona preghiera a chi la recita.

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  3. anonymus

    anch’io la recitavo, però la strofetta sapevo che si diceva ad ogni posta di dieci ave MARIE e faceva così ” aggia murì, aggià part’, la via che Gesù a fatta l’aggia fa, pe la via scontu lu fausu nemicu, fausu nemicu vattenne ‘a cà, cu l’anema mia nun hai che ce fa, chistu è ru jurnu de la Vergine Maria e me ricu cientu cruc e cient Ave Maria

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  4. anonymus

    meno strofe recitate e più opere di bene. preferisco la Chiesa di Francesco, meno sotto i portoni a recitare una litania che sa di medioevo e lotta alle streghe ma tra i poveri, gli ultimi, gli emarginati, gli emigranti, là c’è Maria e Gesù.

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