Carinola, frutta al dettaglio: il futuro in un foglio bianco

Alcuni mesi fa, era il 5 luglio del 2014, ospitammo su queste pagine lo sfogo di un “Un coltivatore depresso”, così si firmava, parole realistiche e profondamente sentite che noi della redazione condividevamo in pieno e che solo casualmente non abbiamo scritto in prima persona. Purtroppo, come spesso succede dalle nostre parti, il destino delle cose migliori e fortemente serie è quello di venir ignorato e quell’articolo non sfuggì a quell’andazzo; ci fu anche qualcuno che sentendosi chiamato in causa, non si capì il perché, cercò di liquidarlo frettolosamente come “parole di un anonimo”, ma non crediamo che il pur corretto ed educatissimo anonimato di quell’articolo sia stato decisivo perché altri scritti “scomodi” hanno subito lo stesso trattamento pur con tanto di firma. Ecco onde evitare che qualcuno possa usare l’anonimato come alibi per una non-risposta, in calce a quest’articolo non ci sarà solo una di firma bensì due.

Ma cominciamo con l’articolo “vecchio”, che prendeva le mosse da un episodio in particolare per dare uno sguardo alla situazione generale di un agricoltore locale che dedica anni di lavoro e d’impegno alla propria frutta, che spesso rappresenta l’unico mezzo di sostentamento familiare, per vedersi prevaricato dal classico commerciante senza scrupoli che trasporta la merce al non vicinissimo MOF di Fondi approfittando della propria posizione dominante e dell’agricoltore isolato per stabilire unilateralmente il prezzo del lavoro altrui e guadagnare su merci rigorosamente non proprie.

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Leggo con piacere che Carinola è entrata a far parte del circuito “Città della Ciliegia”: mi fa piacere, mi fa veramente piacere perché consorziarsi spesso è sinonimo di sviluppo, del resto le joint venture tra le imprese sono alla base dell’economia aziendale, e la stessa Comunità Europea in definitiva è un consorzio tra Stati, anche se poi c’è chi vuole usarlo per i propri scopi particolari, ma questo è un altro discorso. 

Ogni medaglia ha però un suo rovescio, e questo fa particolarmente male visto che riguarda noi agricoltori e quindi chi, come me, trae sostentamento per sé e per la sua famiglia dai frutti della terra, quei frutti che a causa dei capricci del tempo che ci perseguita con regolarità da più di un decennio, arrivano sempre meno abbondanti.

Mi rivolgo a lei cara assessore perché oltre a essere delegata al ramo proviene come lei stessa ci ha ricordato da una famiglia dedita all’agricoltura, e quindi è sicuramente sensibile ai pratici problemi che dopo la vera e propria raccolta dagli alberi ognuno di noi deve affrontare. La mia domanda è questa: 

Ma i suoi genitori o chi per loro come vendono le ciliegie o altra frutta che raccolgono? 

Non so come funzionano le cose da voi, anzi penso d’immaginarlo visto che apparteniamo allo stesso Comune, ma noi di Casale portiamo le casse di ciliegie a un intermediario a Croce, il classico mediatore, il quale non solo fissa arbitrariamente il prezzo, decurtando il peso del contenitore che chissà perché è sempre più pesante del solito – chissà forse dipenderà dal cambiamento d’aria -, ma poi scrivendo tutto su un semplice foglietto di carta ti promette, tutto si basa su una speranza, che se riesce a vendere ti pagherà.

Ma stiamo scherzando?

Cioè noi agricoltori non solo dobbiamo sopportare angherie sul peso, sull’arbitrarietà dei prezzi, non solo dobbiamo fare affidamento sulla speranza dell’onestà del mediatore di turno che ovviamente sarà libero di rivendere a dieci volte il prezzo accordatoci per la nostra frutta tanto non si avrà mai la prova del contrario, non solo ci dobbiamo sentire obbligati perché naturalmente è chiaro che stai ricevendo un clamoroso favore, o almeno è così che ti fanno sentire, (!!!), ma dobbiamo pure pregare Iddio che qualcuno acquisti la nostra frutta e, sperando che nel frattempo non abbia perso quei bigliettini volanti che ovviamente non hanno né timbro né firma e nessun valore legale, forse un giorno poter godere dei frutti del nostro lavoro!

MA NON SEMBRA TUTTO UN PO’ MEDIEVALE? NON E’ PARADOSSALE CHE NEL 2014 SIAMO COSTRETTI A SUBIRE TUTTO CIO’? 

Parlando con un amico notai che si mostrava meravigliato dal fatto che negli ultimi trent’anni tutto fosse rimasto immutato… Ma perché non si pone fine a quest’andazzo? Perché non si dà a noi agricoltori la possibilità di vendere in proprio in un mercato ortofrutticolo? Quello sì che sarebbe un avvenimento da festeggiare! 

Però ripeto consorziarsi è un’ottima cosa, perché magari ci darà la possibilità di confrontarci con altre realtà, così almeno la smetteremo di pensare che “QUELLO CHE SAPPIAMO FARE NOI NON LO SA FARE NESSUNO!”: ma quando mai!!! Forse in potenza, nel senso che possiamo contare su frutti fantastici, ma la nostra deficitaria capacità imprenditoriale non ci consente di venderla adeguatamente. Rassegniamoci siamo dei provinciali a pensarla così, anzi siamo dei COMUNALI non sappiamo guardare al di là del nostro naso!

Chiudo con una domanda: ma se quei 1000 Euro di cui si parla (per l’adesione alla “Città della Ciliegia”. ndr ) li avessimo spesi  per la posa della prima pietra del mercato ortofrutticolo di Croce?

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A distanza di mesi ovviamente nulla è cambiato, anzi seguendo un andamento inesorabilmente inarrestabile quando viene ignorato già da molti anni, le cose peggiorano sempre di più, ma la domanda che chiude l’articolo citato, è di estrema attualità perché come al solito, puntuale come una cambiale, ad ogni scadenza elettorale (tra poco ci saranno le “Regionali”) si risente parlare del Polo Ortofrutticolo di Francolise che di per sé sarebbe un’ottima cosa, assicurerebbe posti di lavoro ed eviterebbe il perpetrarsi di soprusi simili a quelli che descriveva l’articolo sopra, almeno fino a quando ogni singolo agricoltore non entrerà nell’ordine d’idee che l’unione con gli altri farà la sua forza, ma guarda caso l’ultima volta che se ne è parlato con una certa insistenza risale alle ultime Amministrative: insomma il Polo Ortofrutticolo di Francolise ricorda un po’ l’Aeroporto di Grazzanise che sappiamo bene che fine ha fatto, in pratica è una sorta di refugium peccatorum del politico che tra una campagna elettorale e l’altra non fa niente e che improvvisamente si risveglia!

 Novelio Santoro e Giuseppe Napoletano

 

 

 

 

7 thoughts on “Carinola, frutta al dettaglio: il futuro in un foglio bianco

  1. anonymus

    Io ricordo anche un altro “POLO” quello  scolastico anche quello “sorto”nel corso di una scadenza elettorale , realizzato  durante un’altra scadenza elettorale e mi viene spontaneo  chiedermi “salterà fuori alla prossima?” perché al momento non si sa dove sia finito

    POVERI NOI!!!!!!!!!!

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    1. anonymus

      E se non ricordo male anche un articolo dedicato a quello fu ignorato, vero?

      Da maggioranza e dall’opposizione di oggi che era maggioranza all’epoca, giusto?

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  2. anonymus

    Maggioranza , opposizione  ormai sono parole senza significato tanto i “soggetti” sono  sempre  gli  stessi.

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  3. anonymus

    ..e saranno sempre gli stessi

    …e ci prenderanno ancora per il ….

    …e  se non andassimo a votare?

    non siamo tanto intelligenti!!!!

    ci meritiamo quello che abbiamo…parliamo,

    ci  lamentiamo e  li lasciamo fare!!!!

    poveri noi!!!!!

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  4. anonymus

    Parliamo,critichiamo, sentenziamo ed intanto le cose vanno sempre peggio  per la brava gente che  onestamente lavora e produce,mentre per i  soliti furbastri disonesti  gli affari vanno a gonfie vele.

    agiamo invece di parlare!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

    un onesto lavoratore

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  5. anonymus

    Affinche’ non governino sempre gli stessi bisogna andare a votare e non votare sempre gli stessi.

    “Gli stessi” sono pochi (altrimenti non potremmo definirli “sempre gli stessi”) e se tutti gli altri non andassero a votare succederebbe semplicemente che voterebbero solo loro, gli stessi, e continuerebbero a governare con i loro stessi voti.

    Non e’, come si pensa un po’ troppo diffusamente, che se una gran parte della popolazione non si reca ai seggi le elezioni  vengano annullate.

    Semmai una resistenza che potrebbe sortire difficolta’ in questo senso potrebbe essere quella di rifiutarsi, tutti, di svolgere l’incarico di operatore e presidente di seggio elettorale, ma un’azione del genere sarebbe a forte rischio di non riuscita.

    Quindi, andiamo a votare, se vogliamo realmente cambiare, e contrapponiamo “gli altri” e chi li rappresenta a “gli stessi”.

    Emiliano

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