Premio Giornalistico Matilde Serao: vince Adriana Cerretelli

È Adriana Cerretelli la vincitrice dell’edizione 2016 del carinolese Premio Giornalistico Matilde Serao, giunto quest’anno alla X edizione, premio che sarà consegnato nella serata di gala di sabato 25 giugno a palazzo Petrucci/Novelli i cui dettagli sono ancora da definire.

Editorialista e corrispondente a Bruxelles del prestigioso quotidiano economico Il Sole 24 Ore e docente presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, Adriana Cerretelli si occupa di politica dell’Unione europea, l’integrazione economica, la moneta unica e tutto ciò che concerne la politica economica dell’Unione.

Adriana Cerretelli succede nell’albo d’oro del Premio a Sarah Varetto, direttrice del canale all-news SkyTg24, vincitrice lo scorso anno, e ad altre prestigiose personalità che a partire dal 2003 hanno ritirato il riconoscimento nella nostra Carinola:

2003 – Carmen Lasorella (RAI 1) e Natalia Aspesi (La Repubblica)

2004 – Non assegnato

2005 – Non assegnato

2006 – Giovanna Botteri

2007 – Donatella Trotta

2008 – Daniela Vergara

2009 – Non assegnato

2010 – Non assegnato

2011 – Lucia Annunziata (RAI 3)

2012 – Rosaria Capacchione

2013 – Barbara Stefanelli (Corriere della Sera) e Titta Fiore (Il Mattino)

2014 – Bianca Berliguer, Direttore Tg3

Maria Pirro – premio giovanile

2015 – Sarah Varetto, Direttore SkyTg24

2016 – Adriana Cerretelli

 

Diamo ora uno sguardo a un suo editoriale del 27.05.2014  pubblicato in occasione dei risultati francesi delle elezioni Europee:

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Euroscettici, un messaggio alla Merkel

Schiaffo all’Europa. Sonoro, violento. L’assenteismo inferiore alle attese non può essere considerato un premio di consolazione. Per nessuno. Nelle sue multiformi espressioni, l’euroscetticismo di destra e di sinistra, nazionalista o populista, ha colpito forte in molti paesi. Soprattutto in Francia ma anche in Gran Bretagna, Italia e Polonia, solo per citare i grandi paesi. A Parigi Marine Le Pen ha fatto del Front National il primo partito, con il 26% dei suffragi, sorpassando l’Ump poco sotto il 21e umiliando i socialisti del presidente Hollande, scesi sotto il 14.

C’è chi minimizza la valanga, convinto che nel nuovo Europarlamento gli anti-europei conteranno comunque poco perché troppo divisi per influenzarne politiche e orientamenti. Può essere ma il problema vero è un altro: il peso che avranno nei rispettivi paesi, dove la loro voce rischia di diventare ineludibile nella definizione delle singole posizioni nazionali sull’Europa. Ed è qui che il voto francese diventa una, anzi, la “questione europea”.

Quali margini di manovra potrà avere la Francia di Hollande, ormai più che minoritaria nel Paese, nel decidere le riforme interne e, soprattutto, nel condurre il già difficile dialogo con la Germania della Merkel per costruire un’Europa più giusta, solidale ed equilibrata nei suoi rapporti di forza interni ed esterni?

Non c’è dubbio che il voto euroscettico, in Francia come altrove, è reazione alla crisi economica ma è forse ancora di più rivolta contro i partiti tradizionali e una classe dirigente che non ha saputo rispondere a istanze e incertezze di società disorientate e impaurite: anche dall’Europa.

Come se ne esce? Con più Europa ma con un’Europa meno tedesca e più attenta alle esigenze dell’intera famiglia, non schiacciata sulla legge del più forte tra i suoi membri.

Sarà la Merkel abbastanza coraggiosa e lungimirante da cogliere il segnale delle urne europee, sapendo che senza una costruttiva interlocuzione con la Francia, come con l’Italia, il progetto non potrà tenere a lungo nell’Europa democratica? Se lo sarà, lo schiaffo di ieri sarà stato positivo, la prima pietra di un’Europa migliore.

Certo, se si guarda all’esito elettorale nel suo complesso, si potrebbe anche uscirne confortati. La vittoria degli euroscettici si annacqua infatti nella schiacciante maggioranza delle file europeiste: al primo posto i popolari, seguiti dai socialisti e dai liberali. Insieme, anche senza i verdi, fanno, secondo i dati ancora provvisori, 468 seggi su 751, quasi un centinaio in più della maggioranza necessaria a governare l’europarlamento.

Numeri più che incoraggianti. Che però possono essere ingannevoli nell’attuale Unione degli Stati nazionali, che al massimo puntano alla confederazione ma ormai da anni rifiutano la dimensione federale. Per questo Marine Le Pen con il vento in poppa non è un terremoto solo francese ma può diventare un cataclisma europeo.

«L’inevitabilità dell’integrazione europea è finita stasera» ha dichiarato trionfante il britannico Nigel Farrage, il leader dell’Ukip che sembra sia diventato a sua volta il numero uno a Londra. In Danimarca gli euroscettici sono il primo partito, in Austria il secondo, il terzo in Polonia, una volta europeista convinta quasi quanto lo era l’Italia. In Grecia la lista Tsipras ha sbaragliato i partiti tradizionali, e Alba Dorata, all’estremo opposto, è arrivata al 10%.

Il virus del nazionalismo che prolifera erode le ambizioni dell’Europa perché ne mina alla radice la ragione sociale, ne turba la convivenza interna, rischia di paralizzarne i riflessi collettivi. Per questo è molto probabile che i mercati sanzioneranno il voto. Né si può escludere che, nonostante lo scudo tedesco di cui beneficia, la “nuova” Francia entri nell’occhio del ciclone. Impossibile non ricordare che fu la Francia nel 1954 ad affossare la Comunità europea di Difesa e fu ancora la Francia a bocciare la Costituzione europea nel 2005. A.A.A Europa cercasi disperatamente. E leader all’altezza di salvarla da se stessa.[/quote]

 

 

Una scelta squisitamente tecnica, dunque, quella di quest’anno fatta dalla giuria del Premio Giornalistico Matilde Serao, una personalità non conosciutissima forse al grande pubblico ma che con la sua competenza in materie come Europa ed Euro, argomenti di strettissima attualità, va a rafforzare sempre di più il profilo che questa rassegna va di anno in anno assumendo.

 

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5 thoughts on “Premio Giornalistico Matilde Serao: vince Adriana Cerretelli

    1. anonymus

      Impresentabili? L’Associazione Serao e la Direzione del Mattino impresentabili? Cioè dico, ma stiamo scherzando? Ma dalle nostre parti finiremo un giorno di ridurre tutto a pazziella? Il fatto è che a Carinola si critica chi non fa nulla ma si fa ancora con chi fa qualcosa!
      Complimenti per la scelta, ad essere onesta non la conoscevo ma visto il campo d’interesse è di sicuro meritevole

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