76 anni fa il D-Day, lo sbarco alleato in Normandia

Il D-Day, il Dated-Day, secondo il codice militare, fu probabilmente la battaglia decisiva dell’intero conflitto e rappresentò il giorno dell’inizio della liberazione dell’Europa dalla parte Nord dall’occupazione tedesca durante la II Guerra Mondiale. Inizialmente programmato per il 4 giugno, fu rinviato a causa delle pessime condizioni atmosferiche: preoccupato all’idea del caos derivabile da un ulteriore rinvio, Dwight Eisenhower, prima comandante supremo delle forze alleate nel Mediterraneo, firmò l’armistizio con l’Italia, e poi a capo dell’intera “operazione Overlord” nome in codice del D-Day, decise di correre il rischio e all’alba di martedì 6 giugno 1944 lo sbarco avvenne sulle spiagge della Normandia, nel nord della Francia.

Obiettivo delle forze alleate occidentali era aprire un secondo fronte in Europa per stringere in una morsa fatale la Germania di Hitler dopo la parziale liberazione dell’Italia (a Roma gli Alleati erano entrati due giorni prima), e agevolare lo sforzo bellico sovietico conformemente agli accordi stipulati durante la prima conferenza di Teheran del dicembre 1943 e invadere così la Germania nazista.

Richiese una lunghissima pianificazione e la disponibilità di ingenti mezzi compre falsi carrarmati e aerei in gomma per ingannare i ricognitori nemici. Preceduto da una metodica e massiccia offensiva aerea durata circa cinque mesi che portò alla neutralizzazione della Luftwaffe, l’aviazione tedesca, e alla distruzione delle linee di comunicazione nemiche, lo sbarco sarebbe avvenuto nel tratto che comprende la costa orientale del Cotentin (penisola della Normandia occidentale ai confini con la Bretagna) e le spiagge del dipartimento del Calvados sino a quello dell’Orne per un’ampiezza di oltre 70 km. Nel tratto indicato furono scelte cinque spiagge, ciascuna distinta da un nome convenzionale e assegnata a una divisione: gli americani attaccarono a “Utah” (per la verità per un errore sbarcarono a due chilometri dal luogo previsto) e a “Omaha”, dove i tedeschi resistettero più tenacemente, gli inglesi presero terra senza troppi problemi a “Gold” e “Sword” e i canadesi a “Juno”.

D-Day, ricostruzione dei luoghi

Da parte tedesca lo sforzo difensivo si era concentrato nel tratto di costa tra Cherbourg (nella penisola del Cotentin) e la belga Zeebrugge con un imponente complesso di opere fortificate, la parte centrale ciò di quello che era il Vallo Atlantico, una sorta di confine nord di tutti i Paesi conquistati da Hitler che andava dalla Norvegia fino ai Pirenei, una linea difensiva costituita da bunker, cavalli di frisia, mine, filo spinato, trincee e altro. Al generale Eisenhower si opponeva Erwin Rommel, anche se il caso volle che al momento dello sbarco non fosse presente perché, convinto che a causa del cattivo tempo previsto gli Alleati avrebbero atteso ancora qualche giorno, era rientrato in Germania il 5 di giugno per festeggiare il compleanno della moglie.

Alle 6,30 del 6 giugno ebbero inizio gli sbarchi: truppe della 4a divisione americana presero terra sulla spiaggia Utah con perdite irrilevanti e alle ore 12 avevano già superato la fascia costiera. Sulla spiaggia “Omaha” le truppe della 1a divisione americana, che non erano dotate di mezzi corazzati speciali per superare gli ostacoli antisbarco, furono arrestate in una situazione alquanto precaria. Sulle spiagge “Gold” e “Juno” truppe britanniche e canadesi, per merito dei mezzi corazzati speciali, riuscirono a sopraffare le difese costiere tedesche e nel pomeriggio dello stesso giorno 6 avanzarono in direzione di Bayeux e di Caen. La spiaggia “Sword” fu conquistata con azione rapida; alle 14 le truppe britanniche avevano raggiunto Biéville-sur-Orne, nel dipartimento del Calvados, mentre reparti dei commandos prendevano contatto con i paracadutisti.

Una foto d’epoca

I Nazisti non seppero reagire con prontezza agli sbarchi e cogliere gli Alleati nei momenti di crisi. Solo nel pomeriggio del 6 giugno la 21a Panzerdivision del generale Edgar Feuchtinger, la sola grande unità corazzata che si trovasse in zona, sferrò un contrattacco in grande stile in direzione della costa lungo il corridoio formatosi fra le teste di sbarco “Juno” e “Sword”. Tale contrattacco creò per gli Alleati una situazione drammatica, ma i Nazisti, impressionati dei rinforzi che giungevano alle divisioni paracadutisti, preferirono ritirarsi e attestarsi a nord di Caen. Convinti che lo sbarco in Normandia fosse soltanto un’azione diversiva, i Nazisti mantennero immobilizzate nel settore di Calais (Pas de Calais, il punto più stretto del Canale della Manica) 23 divisioni della 15a armata.

Nelle settimane seguenti le operazioni continuarono con la campagna terrestre (battaglia di Normandia), che ebbe lo scopo di rafforzare ed espandere la testa di ponte nella Francia occupata, fino alla liberazione di Parigi, che sarebbe avvenuta il 25 agosto, e la ritirata dei tedeschi oltre il fiume Senna.

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