Piano Colao, un sogno che arranca nella burocrazia

Nella seconda giornata di incontri in corso a Villa Pamphili per “Progettiamo il Rilancio” organizzata dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte, audizione del manager Vittorio Colao che ha illustrato il suo lavoro, e quello di tutta la task force, commissionatogli dal Governo per la cosiddetta ripartenza – piccolo inciso: che arretrati a Carinola si parlava di ripartenza già due anni fa (!) – un piano «di ampio respiro, che è stato un contributo importante per il confronto di questi giorni ai fini dell’elaborazione del piano di rilancio del governo».

Tra le Iniziative per il rilancio dell’Italia descritte da Colao, nell’annunciare una decisa Digitalizzazione e Innovazione, una convinta Parità di Genere, il tutto nell’ambito di una concreta Rivoluzione Verde, trattate in oltre 100 paragrafi vengono affrontati i cruciali temi di

  1. Imprese e Lavoro;
  2. Infrastrutture e Ambiente;
  3. Turismo, Arte e Cultura;
  4. P.A., alleata di cittadini e imprese;
  5. Istruzione, Ricerca;
  6. Individui e Famiglie, in una società più inclusiva ed equa.

Il problema è che questo piano è stato già accantonato dal Governo. Ma la domanda allora è: perché commissionarlo? Perché buttare ulteriormente dalla finestra soldi pubblici di cui solo Dio sa se ne abbiamo bisogno?

Un’altra considerazione: Vittorio Colao è forse uno dei migliori manager d’Italia, una delle migliori menti pensanti che tiene alta nel mondo la bandiera dell’italianità, ma allora perché avere “remore” nell’accogliere il suo piano? Forse perché al primo punto si tratta di impresa, uno degli argomenti più invisi ai “5 Stelle” che a quanto pare mal digeriscono chi intraprende, preferendo di gran lunga assistere economicamente chi non fa nulla, assunto questo su cui hanno basato gran parte della propria fortuna politica?

Infine la domanda che è senza dubbio una stroncatura per quella miriade di task force, comitati di esperti, Unità di Crisi, comitati tecnico-scientifici e via discorrendo, che sono proliferati in questi mesi in cui si dovevano prendere decisioni gravi e pesanti, decisioni di cui il mondo politico non ha il coraggio e che evidentemente si preferisce delegare alla scienza, e quindi ai tecnici, per esser pronta a scaricarli nel momento del fallimento:

MA C’È STATO UN GOVERNO NEGLI ULTIMI QUARANT’ANNI CHE NON ABBIA PRESENTATO COME PROGRAMMA QUESTO VERO E PROPRIO LIBRO DEI SOGNI?

L’unica differenza, non trascurabile è vero, è che oggi i soldi ci sono, o dovrebbero esserci visto che è meglio non mettere limite all’egoismo di alcuni paesi europei, ma l’Italia della burocrazia, l’Italia dei mille ritardi e dei centomila ricorsi, sarà in grado di spenderli, e spenderli correttamente, prima di essere definitivamente morta?

 

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