Fase 2: attività ricreative di balneazione e in spiaggia

Uno dei punti più controversi che l’Italia sarà giocoforza chiamata ad affrontare nella cosiddetta Fase 2 di forzata convivenza con il Covid-19, è approfondito in questo “Documento tecnico sull’analisi di rischio e le misure di contenimento del contagio da SARS-CoV-2 nelle attività ricreative di balneazione e in spiaggia” uno studio dell’Inail a firma di tecnici del Dipartimento di medicina, epidemiologia, igiene del lavoro e ambientale, dell’Inail appunto, e dell’Istituto Superiore di Sanità Ministero della Salute.

Tale ipotesi di modulazione delle misure di contenimento per il settore della balneazione parte dalla consapevolezza che l’Italia è il Paese europeo con il maggior numero di acque di balneazione, circa un quarto del totale di quelle europee e registra più di 50.000 concessioni demaniali marittime, di cui 11.000 sono per stabilimenti balneari.

Nell’ottica della possibile ripresa delle attività ricreative di balneazione e in spiaggia, che risultano al momento tra quelle sospese, e con la presente pubblicazione realizzata da Inail in collaborazione con l’Istituto Superiore di Sanità e approvata dal Comitato Tecnico Scientifico (CTS) istituito presso la Protezione Civile, nella seduta del 10 maggio 2020, si  contribuisce a fornire elementi tecnici di valutazione al decisore politico circa la possibile rimodulazione delle misure di contenimento del contagio da SARS-CoV-2, con l’obiettivo di garantire la salute e sicurezza sia degli operatori che dell’utenza.

Il documento, aggiornato allo stato attuale delle conoscenze ma passibile di aggiornamenti all’emergere di nuove evidenze, è articolato in una prima parte di analisi di scenario e una seconda focalizzata sulle ipotesi di misure di sistema, organizzative, di prevenzione e protezione, nonché semplici regole per l’utenza per il contenimento della diffusione del contagio nelle attività ricreative di balneazione e in spiaggia.

Le indicazioni qui fornite non potranno che essere di carattere generale per garantire la coerenza delle misure essenziali al contenimento dell’epidemia, rappresentando essenzialmente un elenco di criteri guida di cui tener conto nelle singole situazioni.

 

* in foto il Litorale Domitio in cui spicca Mondragone che secondo le elaborazioni di Legambiente sui dati del Ministero Infrastrutture e Trasporti, Regioni e Comuni del 2019, con i suoi 8,4 chilometri di costa e 51 stabilimenti balneari, anche se ahinoi con meno del 55% di costa occupata, è al decimo posto in Italia tra i Comuni costieri con la maggiore occupazione di spiagge in concessione

 

Lascia un commento