Referendum Sì o No

A circa quaranta giorni dal voto sul Referendum credo sia opportuno una modesta e non tecnica-giuridica riflessione sulle ragioni del Sì e del No da sottoporre ai miei compaesani frequentatori dei blog carinola.net e casaledicarinola.net.

La cosa che più colpisce in questa delicata fase, non solo per le note vicende domestiche ma anche per il rapporto con Bruxelles ove seppure a fatica il nostro Paese ha riconquistato dopo anni di silente sottomissione un ruolo di pari dignità con le Nazioni più rappresentative su tutte Germania e Francia, è il fatto che prima della modifica della Costituzione proposta dal Governo Renzi quasi tutto il mondo politico italiano, quasi tutti i più conosciuti Costituzionalisti con il supporto di molti cittadini anelavano ad una riforma che sostanzialmente prevedesse:

a) la fine del bicameralismo paritario con relativa semplificazione del sistema legislativo;

b) la riduzione del numero dei parlamentari;

c) la necessità di un Senato che rappresentasse le istanze territoriali;

d) la sottrazione di alcune competenze alle Regioni per rendere meno conflittuale il rapporto Stato-Regioni;

e) la riduzione del numero dei parlamentari con relativa riduzione delle spese;

f) la eliminazione di un Ente cosiddetto inutile come il CNEL.

Ebbene nessun partito, costituzionalista o cittadino di buon senso e non animato di semplice acrimonia verso Renzi può negare che i desideri lungamente agognati siano stati compresi dalla cosiddetta riforma Boschi.

Tutti abbiamo avuto modo, in questo scorcio di lunga marcia elettorale, di approfondire la materia sulla quale hanno discettato autorevoli politici, costituzionalisti, conduttori e conduttrici televisive e credo che si possa onestamente convenire che dai sostenitori del No è emersa la inconsistenza e la fragilità delle loro asserzioni a supporto del No, i quali per poter rendersi credibili, dopo i flop degli evanescenti motivi a sostegno della loro tesi, si sono inventati l’assunto che la riforma siffatta metterebbe a rischio la Democrazia del nostro Paese, sic! Perché aumenterebbe i poteri del Governi e del Presidente del Consiglio.

A proposito di Democrazia forse non tutti sanno che il Governo ha voluto il Referendum proprio per mettere un suggello di tutti i cittadini su di un passaggio molto delicato per la nostra Repubblica ma che non era obbligato a richiederlo.

Tuttavia è a tutti noto che l’impianto che disciplina le funzioni del Governo e del Presidente del Consiglio rimagonono, sostanzialmente, uguali a quelle previste dai Padri Costituenti.

La riforma non modifica la forma di Governo che rimane parlamentare e non concede ulteriori e nuovi poteri al Capo del Governo.

È inutile ricordare, invece, che tra quelli che oggi s’inventano che la riforma porta meno democrazia vi è qualcuno che addirittura proponeva più poteri al Presidente del Consiglio oltre alla facoltà di quest’ultimo a dimissionare i ministri (Berlusconi docet).

Dovrebbe essere a tutti noto che la riforma prevede, tra l’altro, un iter legislativo più celere e più efficace che avvicina il nostro Paese alle più moderne democrazie europee oltre a renderci concorrenziali con esse.

Questo significa maggiore competività, tempi certi e non più intollerabili lungaggini che appunto pregiudicano un allineamento agli altri Paesi in tempo reale.

Veramente le ragioni del No appaiono deboli, insufficienti e pretestuose e nascondono un desiderio inconfessabile che alla compagnia della “Corte dei Miracoli” rappresentata dai vari Grillo, Salvini, D’Alema, Berlusconi, Meloni, Brunetta e Vendola e da balbettanti Costituzionalisti non interessa granché il merito della riforma e quindi con il loro sostegno (non convinto e non convincente) al No contribuiscono a non rendere il nostro Paese, dopo anni ed anni di immobilismo, di frustazioni e di occasione perse per la farraginosita’ del sistema, un Paese moderno, autorevole, al passo con i tempi ove il ritardo si trasforma in “game over”.

Tutti questi punti, anche se sommariamente sviluppati e senza alcuna pretesa giuridica perché non ne avrei alcun titolo, dovrebbero essere sufficienti ai cittadini, a mio modesto avviso, a votare per il Sì al Referendum per scegliere il futuro.

Alla eterogenea ancorché stravagante e finta compagnia del No non importa il merito della riforma, come già detto, ma interessa solo il destino personale di Renzial quale, anche se non sempre simpatico a tutti per i suoi modi spicci e da toscanaccio impenitente, bisogna comunque riconoscere il merito di lavorare sodo per ridare dignità al nostro Paese ed un ruolo di primattore sullo scacchiere della politica internazionale, Obama docet.

Si potrebbe fare di più e meglio, come spesso lo stesso Renzi ricorda, ma per poterlo fare e per essere più efficaci ed effeciente bisogna dire Sì alla riforma.

“La moralità dell’uomo politico consiste nell’esercitare il potere che gli è stato affidato al fine di perseguire il bene comune” (Sandro Pertini) e se mi è permesso: non per inseguire improbabili interessi parte o addirittura per vendetta personale e chi ha orecchie per intendere, intenda!

Per chiudere la riforma Costituzionale non mette in gioco il destino personale di Renzi, come molti credono, ma mette in gioco il futuro dei nostri giovani e della nostra bella ed amata Italia.

 

Lorenzo Razzino

BastaunSì per il futuro

Comitato di Carinola

 

2 thoughts on “Referendum Sì o No

  1. Anonymous

    Personalmente l’unica cosa che mi interessa, è salvagurdare quel briciolo di Democrazia e di Diritti rimasti,provi ad andare oltre il colore politico, (se c’era il Berlusca…ehm scusi,mi sono confusa c’è ancora lui no e allora ci somiglia molto!)pensi bene a cosa votare, se vincesse il Sì e i Grillini vincono le prossime elezioni come faremo,come farà?Pensi al fatto che ce la dobbiamo tenere poi questa riforma e non mi pare,a prescindere appunto dall’orientamento politico,una cosa giusta.
    Per entrare nel dettaglio, sempre nei miei limiti, se stare al passo con l’Europa vuoldire perdere il diritto di eleggere direttamente i Senatori, vuoldire legiferare indisturbati,vuoldire alzare la soglia delle firme per i Referendum,vuoldire quindi, meno sovranità popolare, beh allora non posso che dire NO , e non per Renzi,si figuri lui ha fatto grandi cose,la buona scuola,il jobs act , ultima ma non meno importante,l’Ape per l’anticipo pensionistico insieme a tutti i vari favori elargiti, in questi due anni,alle banche.
    IOVOTONO
    Un consiglio lo faccia anche lei!

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  2. Anonymous

    Caro Sig.Razzino ammetto che sposare la campagna x il si al referendum è un merito e lo è altrettanto metterci la faccia xrò usare gli argomenti di propaganda istituzionale forniti dal pd e dal governo e spacciarli come una grande possibilità per il paese per i giovani proprio no….

    – la riforma aumenta in modo inequivocabile i poteri del governo: il combinato disposto, come cita spesso Bersani, Speranza, e l’aladi minoranza del Pd, riforma costituzionale legge elettorale faranno si che chi vince le elezioni maggioritarie ma di fatto con una piccola maggioranza anche del 25% che poi al ballottaggio si trasformerà in maggioranza assoluta nel parlamento …leggasi camera dei deputati. Valutando i flussi elettorali la maggioranza del 25% conteggiando e considerando che a votare va uno scarno 60%, corrisponde il 17% della popolazione. comunque chi vince prende tutto ma chi vince nomina anche gli eleggibili essendo le liste bloccate x cui il capo del partito o movimento avrà un potere d’imperio assoluto….quindi sarà un vero e proprio presidente del consiglio eletto dal popolo.

    Il referendum non è un regalo del governo…..essendo previsto x Costituzione non avendo raggiunto nell’approvazione delle modifiche i 2/3 dei voti.

    sull’aumento del potere del governo del presidente del consiglio e del partito di maggioranza non ci sono dubbi ed è il vero vulnus alla carta costituzionale, con una maggioranza schiacciante e scelta direttamente con le liste bloccate di fatto si annullano e si azzerano le opposizioni. questa stessa maggioranza il governo il partito nominerà il presidente della repubblica, i giudici costituzionali, deciderà su tutto anche contro i territori anche contro le regioni o le autonomie…cosiddetta Clausola di SUPREMAZIA, si prevede una semplice maggioranza assoluta x dichiarare lo stato di guerra……ma insomma di cosa parliamo.

    bisogna riconoscere che chi proponeva negli anni scorsi, 2006 , di aumentare i poteri o meglio di trasformare il sistema in una repubblica semi-presidenziale…..Governo Berlusconi… almeno lo faceva e lo diceva chiaramente e non surrettiziamente non come questa proposta di modifica che con un cavallo di troia propone una cosa ma di fatto ne vuole realizzare un altra.

    fa ridere l’affermazione che l’iter legislativo viene semplificato…..il senato non viene abolito.

    semplicemente i cento senatori non verranno eletti liberamente ma anche questi scelti dalla casta e nella casta.

    15 giorni fa si è votato x le province e x le città metropolitane. Lo sa ? ha votato ? ha scelto ?
    chi ha votato i cittadini ? NO.
    così sarebbe x il senato. intanto così come x le province prenderebbero decisioni e farebbero scelte x i cittadini SENZA ESSERE MAI STATI SCELTI X QUESTO DAI CITTADINI.

    l’iter legislativo attuale nell’art.70 consta di 9 parole…..provi a leggere il novello art.70….439 PAROLE x leggerlo ci vuole un interprete e un traduttore. Le do una notizia gl’iter legislativi diventeranno secondo i favorevoli alla riforma 12……secondo i contrari 17 o 19….

    quella che lei definisce corte dei miracoli che comprende chiaramente il 30% dei dirigenti del Pd e molta della sua base con autorevoli esponenti nazionali locali e sindaci, la CGIl l’ANPI, le sigle sindacali della scuola e tanti altri.

    I BALBETTANTI COSTITUZIONALISTI che oltre a comprendere gli ultimi 12 presidenti emeriti della corte costituzionale anche gli ultimi 11 vicepresidenti, la lista si allunga con la maggioraNza assoluta dei costituzionalisti italiani…..le allego l’elenco dei firmatari del manifesto contro la modifica dell’aprile scorso :
    Luca Antonini, Università di Padova;

    Antonio Baldassarre, Università LUISS di Roma;

    Sergio Bartole, Università di Trieste

    Ernesto Bettinelli, Università di Pavia

    Franco Bile, Magistrato

    Paolo Caretti, Università di Firenze

    Lorenza Carlassare, Università di Padova

    Francesco Paolo Casavola, Università di Napoli Federico II

    Enzo Cheli, Università di Firenze

    Riccardo Chieppa, Magistrato

    Cecilia Corsi, Università di Firenze

    Antonio D’Andrea, Università di Brescia

    Ugo De Siervo, Università di Firenze

    Mario Dogliani, Università di Torino

    Gianmaria Flick, Università LUISS di Roma

    Franco Gallo, Università LUISS di Roma

    Silvio Gambino, Università della Calabria

    Mario Gorlani, Università di Brescia

    Stefano Grassi, Università di Firenze

    Enrico Grosso, Università di Torino

    Riccardo Guastini, Università di Genova

    Giovanni Guiglia, Università di Verona

    Fulco Lanchester, Università di Roma La Sapienza

    Sergio Lariccia, Università di Roma La Sapienza

    Donatella Loprieno, Università della Calabria

    Joerg Luther, Università Piemonte orientale

    Paolo Maddalena, Magistrato

    Maurizio Malo, Università di Padova

    Andrea Manzella, Università LUISS di Roma

    Luigi Mazzella, Avvocato dello Stato

    Alessandro Mazzitelli, Università della Calabria

    Stefano Merlini, Università di Firenze

    Costantino Murgia, Università di Cagliari

    Guido Neppi Modona, Università di Torino

    Walter Nocito, Università della Calabria

    Valerio Onida, Università di Milano Statale

    Saulle Panizza, Università di Pisa

    Maurizio Pedrazza Gorlero, Università di Verona

    Barbara Pezzini, Università di Bergamo

    Alfonso Quaranta, Magistrato

    Saverio Regasto, Università di Brescia

    Giancarlo Rolla, Università di Genova

    Roberto Romboli, Università di Pisa

    Claudio Rossano, Università di Roma La Sapienza

    Fernando Santosuosso, Magistrato

    Giovanni Tarli Barbieri, Università di Firenze

    Roberto Toniatti, Università di Trento

    Romano Vaccarella, Università di Roma La Sapienza

    Filippo Vari, Università Europea di Roma

    Luigi Ventura, Università di Catanzaro

    Maria Paola Viviani Schlein, Università dell’Insubria

    Roberto Zaccaria, Università di Firenze

    Gustavo Zagrebelsky, Università di Torino

    Giusto x chiarire io non sono contro Renzi che indirettamente ho votato (avendo votato x Bersani), ma semplicemente contro questo stravolgimento istituzionale che la riforma propone quello che farà Renzi non è in discussione e non dipende dal voto credo io, ma se saprà rispondere alle aspettative e alle esigenze del nostro paese.

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