Un bel po’ di Carinola nella serata di Dacia Maraini

Nella serata che ha visto l’assegnazione del Premio Letterario Matilde Serao alla scrittrice, giornalista, poetessa e drammaturga fiorentina Dacia Maraini nel Palazzo di Poste Italiane a Napoli, grande e quasi “prepotente” è stata la presenza di Carinola. Non poteva non essere così perché se Napoli era la sua patria d’elezione, nel nostro Comune vi erano buona parte dei ricordi dell’infanzia di donna Matilde, figlia di una nobile greca decaduta e del ventarolese Francesco.

Del programma della serata abbiamo abbondantemente parlato in sede di presentazione qualche giorno fa, oggi ci limitiamo a notare l’apprezzato intervento del presidente dell’Associazione Culturale Matilde Serao di Carinola Antonio Corribolo, che ha parlato della «Scrittrice e telegrafista», il primo intervento in scaletta, e della presenza in sala del sindaco di Carinola Antonio Russo, dell’assessora alla Cultura Giusy Tuozzi e della presidente del Consiglio Comunale Antonella Migliozzi.

Bellissima serata, pregna di significati specie negli interventi di don Tonino Palmese che, intervistato da Generoso Picone, ha parlato della ludopatia prendendo spunto da Il paese di cuccagna di Matilde Serao che descrive la folle e rovinosa passione dei napoletani per il gioco del Lotto, e in quello per esempio di Marco D’Amore, casertano doc e interprete del ruolo di Ciro Di Marzio («l’Immortale») in Gomorra, che ha sfoggiato una versatilità culturale che poco somiglia al suo personaggio, ottimo attore d’accordo, ma principalmente noto come “camorrista”.

Purtroppo vi è stata la defezione del ministro alla Cultura Dario Franceschini che si è limitato ad inviare un video-messaggio perché trattenuto a Roma per un Consiglio dei Ministri straordinario per la “crisi ex-Ilva” con la proprietà franco-indiana di ArcelorMittal: 10.000 posti di lavoro hanno sicuramente la priorità.

Poco c’è da dire di Dacia Maraini, se non ricordare una sua frase che più ci ha colpito nel ritirare il Premio: «Con Matilde Serao ha inizio il giornalismo italiano!».

 

 

* in foto Antonio Corribolo con Miriam Candurro

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