Ancora grane per la Cleprin di Croce di Casale

Non accennano ad avere una fine i problemi per l’industria chimica Cleprin srl, ubicata al km 177.700 del tratto carinolese della S.S. Appia (ex stabilimento GalCoop), altrimenti nota come l’azienda degli imprenditori anticamorra Antonio Picascia e Franco Beneduce.

La Squadra Mobile della Questura di Caserta ha dato esecuzione al sequestro preventivo disposto dal Gip del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, su richiesta della locale Procura, nei confronti dei titolari. In particolare si tratta del sequestro preventivo degli immobili e del terreno circostante di proprietà della stessa Creplin per la violazione delle norme in tema di abusivismo edilizio e di tutela paesaggistica.

Già nei mesi scorsi l’azienda che si occupa della produzione di detergenti “chimico-biologici”, visto l’utilizzo di materie prime ecocompatibili, era stata oggetto di accertamenti ispettivi da parte del comune di Carinola di cui parliamo in quest’articolo. Nello scorso mese di giugno un’Ordinanza sindacale pubblicata all’Albo Pretorio del comune di Carinola, riportava quanto stabilito dal Dipartimento di Prevenzione dell’ASL/CE che aveva effettuato un controllo presso lo stabilimento industriale a seguito di segnalazione e che evidenziava la presenza di lastre in cemento-amianto (Eternit) sulla copertura di entrambi i capannoni di cui si ordinava la rimozione.

L’azienda originariamente sita a Sessa Aurunca era stata distrutta in un rogo, probabilmente doloso e di matrice camorristica, nel luglio 2015 (i due imprenditori minacce e richieste estorsive e da allora sono diventati un “simbolo” dell’anticamorra. Staremo a vedere gli sviluppi di un problema, se di problema si tratta, che da quello urbanistico sembra essersi stavolta spostato sul piano giudiziario.

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